Uno spettro si aggira per il Parlamento europeo: lo spettro dell’anarchia. La seduta d’aula di ieri, a Bruxelles, si è aperta con una grande polemica sulla proposta di Vincenzo Sofo (Fdi/Ecr) di inserire nell’ordine del giorno un dibattito riguardante «il violento estremismo di sinistra e le azioni terroristiche degli anarchici in Europa».

I socialisti, come se già non avessero abbastanza problemi ultimamente, hanno cominciato subito a rumoreggiare sentendosi chiamati in causa per l’accostamento tra «la sinistra» e «il terrorismo anarchico» e allora hanno proposto di cambiarlo. Brando Benifei (Pd) ha salutato con favore l’ipotesi di aprire un dibattito sulle azioni degli ultimi giorni, ma, ha aggiunto, «bisogna evitare strumentalizzazioni» perché «si tratta di fatti gravi che richiedono spirito unitario da parte di tutte le forze politiche».

La collega Elisabetta Gualmini si è messa sulla stessa lunghezza d’onda e ha aggiunto che «gli anarchici non sono né di destra né di sinistra». Misteriosamente, dopo queste parole, nessuno del M5S si è alzato per protestare. Dalle parti dei Verdi, alla disperata ricerca di una mediazione possibile, la tedesca Alexandra Geese ha proposto di togliere ogni riferimento specifico e di inserire all’ordine del giorno qualcosa di più generico sugli «attacchi al personale diplomatico dell’Ue». L’Ecr, a questo punto, ha avuto gioco facile a replicare che «l’unica preoccupazione è cancellare la parola sinistra». Alla fine tutte le mozioni sono state respinte e l’Europarlamento si è risparmiato un dibattito che, con ogni probabilità, sarebbe stato meno lunare dei suoi eventuali titoli.

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A rimanerci peggio per l’occasione mancata, comunque, sono stati proprio i socialisti, con la delegazione del Pd che ha espresso «rammarico» per «la bocciatura di un importante dibattito in plenaria sul tema dei recenti episodi di violenza anarchica in Europa e in particolare in Italia, sul quale in maniera costruttiva e con spirito di collaborazione avevamo proposto un titolo alternativo a quello messo sul tavolo dal gruppo dei conservatori».

L’attacco, poi, nello specifico è per Fratelli d’Italia: «La bocciatura evidentemente arriva dall’ennesimo loro tentativo di strumentalizzare il dibattito con un attacco politico, generico e inaccettabile verso la sinistra, che ha una storia contro il terrorismo da tutti riconosciuta tranne da chi dimostra un evidente analfabetismo istituzionale».

Un fondo di verità c’è: l’episodio europeo è un po’ il seguito ideale (si fa per dire) della rissa scatenata martedì pomeriggio alla Camera da Giovanni Donzelli, che in pochi minuti di discorso è riuscito a costruire una mitologia complottista non da poco, mettendo insieme anarchici, mafiosi e deputati del Pd, tutti uniti con l’intento di attaccare l’ordine costituito e smontare il 41 bis. Un intervento ai confini della realtà che, sin qui, gli sta costando una convocazione dal giurì d’onore, un’inchiesta della procura di Roma e una pioggia di richieste di dimissioni dal suo ruolo di vicepresidente del Copasir.

Il rovescio della medaglia è che, litigi a parte, né dalla destra né dal Pd emergono posizioni umanitarie in favore di Alfredo Cospito, che da 104 giorni è in sciopero della fame contro il carcere duro: il tema è sempre sullo sfondo, persino al Parlamento europeo, dove il parere della Corte europea dei diritti dell’uom sul 41 bis («Tortura») dovrebbero averlo presente tutti.

Il dibattito sfuma via, tra un’automobile bruciata e una scritta sul muro, tra una discussione sul terrorismo e un’uscita sull’estremismo di sinistra. Tutti restano fermi mentre, in carcere, si compie il destino dell’anarchico Cospito.