Chissà se Fiat Chrysler riuscirà ad avvantaggiarsi delle enormi difficoltà che deve affrontare la Volkswagen dopo lo scandalo sulle emissioni Diesel, ma quel che è certo è che il gruppo guidato da Sergio Marchionne – che pure in questi giorni ha sofferto parecchio in borsa, come tutte le case automobilistiche – vuole lanciare un messaggio di speranza. Il compito è affidato al presidente, John Elkann, che ieri ha annunciato una produzione di 1 milione di vetture in Italia per il 2016.

«In tutto il 2015 Fca produrrà oltre 900mila vetture e nel prossimo anno supereremo ampiamente il milione di unità», ha detto l’ultimo rampollo degli Agnelli durante la cerimonia in memoria del bisnonno Filippo Caracciolo di Castagneto all’Aci. Un risultato, ha poi spiegato Elkann, che giunge grazie alla «fusione tra Fiat e Chrysler». «Solo tre anni fa la produzione complessiva in Italia di Fiat era stata inferiore alle 400 mila vetture».

«Nel 2012 le attività automobilistiche della nostra azienda in Italia erano composte da poco meno di 48 mila persone che oggi sono diventate oltre 51 mila – ha proseguito Elkann – Hanno fatto notizia le assunzioni di Melfi, con oltre 1.500 neo dipendenti a tempo indeterminato dall’inizio del 2015, ma ad esse vanno aggiunte entro la fine di quest’anno un altro migliaio di persone che stanno già lavorando o inizieranno presto negli stabilimenti di Cassino, Sevel, Termoli, Verrone e VM di Cento».

Subito dopo Fca è passata all’autodifesa sui temi ambientali, piuttosto scontata visto il momento (ma d’altronde le autorità, sia negli Usa che in Europa, stanno indagando a largo raggio, su tutti i gruppi auto): «Sono particolarmente felice che Fca sia tra le società nel mondo più rispettose dell’ambiente», ha detto Elkann, ricordando che questo risultato è stato riconosciuto quest’anno dal premio Dow Jones su Sustainability Index. Nel pomeriggio Elkann è stato ricevuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale.

Intanto ieri si è saputo che le indagini sulle emissioni dei motori diesel sono state avviate anche in Italia: la procura di Torino ha infatti aperto un’inchiesta sul caso Volkswagen. Il fascicolo, al momento a carico di ignoti, riguarda le auto della casa tedesca che circolano nel nostro paese ed è affidato al pm Raffaele Guariniello: si ipotizzano la frode in commercio e altri reati. Le verifiche, affidate ai carabinieri dei Nas, saranno estese anche a vetture di altre marche.

Bisognerà vedere come si evolveranno le vicende del settore automo. Le difficoltà in borsa si sono viste anche ieri: Fiat aveva aperto al rialzo, per poi crollare – in linea con tutto il settore – e chiudere a -7%. Secondo lo storico della Bocconi, Giuseppe Berta, la crisi Vw avrà un riflesso anche sull’Italia, frenando la nostra ripresa, sostenuta soprattutto dalle auto.

Infine le novità dalla Ferrari, che verrà quotata in borsa nella seconda metà di ottobre. Dal prospetto informativo depositato alla Sec, è emerso che il debito lordo della casa di Maranello sarà di 1,96 miliardi (e netto a 1,6 miliardi), livello superiore alle attese degli analisti. Secondo la sim Intermonte la notizia è positiva per Fca, visto che si ridurrà maggiormente il debito in capo alla casa controllante.