«Da qui, sulla terra ferma, si vede che il mare è ancora agitato, c’è molto vento ma almeno la Sea Watch 3 è al sicuro, alla fonda, a 1,4 miglia dalla costa»: il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, è in contatto continuo con la nave dell’Ong e con la prefettura. È da giovedì che chiede al governo di far attraccare la nave e procedere allo sbarco dei 47 naufraghi.

Sindaco, com’è la situazione a bordo?

Mi addolora che delle persone che hanno affrontato un viaggio terribile debbano rimanere confinate sulla nave in mezzo a una tempesta. La notizia positiva è che hanno avuto l’autorizzazione a entrare nella baia ma la situazione resta difficile. Ci sono casi di ipotermia, ci sono 13 minori non accompagnati da tutelare. Tutti al riparo sotto coperta non ci stanno, così fanno a turno. Siamo pronti a dare assistenza appena arriva l’autorizzazione allo sbarco.

Il porto di Siracusa è stato chiuso dalle autorità?

Non è una competenza del sindaco ma non mi risulta che ci sia stato un atto ufficiale. Chiamo e richiamo la prefettura e dalla prefettura mi dicono che attendono disposizioni dal ministero delle Infrastrutture. Così ho scritto al ministro Toninelli e, per conoscenza, al comandante della Capitaneria di porto per chiedere di fare attraccare al più presto la Sea Watch 3. Ci sono valori che fanno parte della nostra cultura e vengono prima della politica. Il ministro Salvini ha invitato i sindaci a lavorare per le loro comunità e lasciar stare le competenze del governo. È quello che faccio: la politica si deve occupare della regolazione dei flussi migratori ma se ci sono persone in difficoltà in mare, a prescindere dal paese di provenienza, abbiamo il dovere di salvarle. La politica non può decidere se aiutare o meno le persone in difficoltà o in pericolo. Al ministro Toninelli chiedo di consentire l’attracco al porto per prestare i dovuti soccorsi e poi procedere agli sbarchi. Esiste un reato che si chiama omissione di soccorso.

Salvini dice «prima gli italiani».

La crisi ha impoverito le nostre comunità, ci sono famiglie con genitori che lavorano e non riescono lo stesso a pagare i conti. La politica deve indicare soluzioni non additare i migranti come colpevoli per speculare sulla rabbia sociale. È pericoloso aizzare la popolazione verso un segmento particolarmente debole solo per incassare un dividendo elettorale. Anche a Siracusa, nonostante la nostra tradizione secolare di accoglienza, stanno arrivando i primi germi di intolleranza, sostenuti anche dal linguaggio della politica sui social, improntato spesso all’odio cieco e irrazionale.

La popolazione è pronta ad accogliere la Sea Watch?

Siracusa è pronta. Centinaia di cittadini comuni, sacerdoti, associazioni si sono attivati. Ho ricevuto decine e decine di mail, gente disponibile a prestare soccorso, a ospitarli in casa. C’è una vera e propria gara di solidarietà che conferma la tradizione di accoglienza che fa parte del dna della nostra città. Ma devo dire che le offerte sono arrivate da tutta Italia. Mi hanno detto che speculo sulla vicenda per avere visibilità, una polemica che mi provoca solo tristezza. Siamo qui fiduciosi, aspettiamo che scendano.