E così, quello che doveva essere un Festival che attacca la violenza sulle donne, è diventato la dimostrazione di quanto la divisione dei ruoli per sesso sia ancora incarnata nel pensiero profondo del maschio medio. Va bene continuare ripetere che si è contro la violenza, ma nei fatti le dieci ospiti di Sanremo70 sono state incasellate in schemi consueti. A parte la testimonianza di Rula Jebreal, il resto sono state parole di circostanza destinate a non lasciare segno.

Si è dato alle donne il compito di portare il messaggio di vittima, ma non si è mai parlato dei carnefici. Ci fosse stato un uomo a dire, che so, «Siamo noi gli stronzi» il peso della rieducazione sarebbe stato più equo perché suddiviso fra chi simbolicamente la violenza la subisce e chi la fa. Invece i due conduttori si sono prodigati in siparietti da amiconi dove uno fa il finto tonto e l’altro il ganzo. Sembrava di essere in una gita scolastica o all’oratorio.

INTANTO, a lato, c’erano le donne che facevano il lavoro loro assegnato, chi bene e chi in modo poco credibile se non irritante. Vogliamo parlare del dimenticabile monologo di Diletta Leotta sulla bellezza? Ora, perché invece di far finta che tutto quel bendiddio sia dono della natura non racconti che «Sì, mi sono ritoccata questo e quello e ne vado orgogliosa perché è così che mi piaccio». È dal difendere le proprie scelte che comincia la piena libertà, anche di rifarsi le tette se una vuole. Vogliamo poi parlare del pistolotto di Laura Chimenti su quanto è bello e faticoso essere madre e insieme fare un lavoro che piace? A parte il fatto che tutte noi lo sappiamo già, perché quella roba lì non l’hanno detta Amadeus o Fiorello? In fondo anche loro hanno figli. O si occupano della prole solo le gentili consorti? Perché, per fare un altro esempio, non hanno invitato un maschio a dire che la prostituzione è un mercato orribile inventato dal maschio per il proprio personale egotismo? Ma no, non spettiniamoci troppo, restiamo nel sicuro e diamo in pasto al pubblico delle belle fidanzate di sportivi famosi, così attiriamo nell’audience un po’ di tifosi.

Se davvero la Rai avesse voluto mostrare che crede in quello che dice avrebbe dovuto invitare una donna a presentare Sanremo e dirle «Fai come ti pare». Le uniche a condurlo da sole sono state Loretta Goggi nel 1986, Raffaella Carrà nel 2001, Simona Ventura nel 2004 e Antonella Clerici nel 2010. Quattro volte su 70 edizioni fa il 5,5%, più meno.