È da quattro anni a questa parte che il gruppo di Fata Morgana riesce a proporci il lavoro annuale uscito sul loro sito web (www.fatamorganaweb.it) nella forma di annuario cartaceo (Luigi Pellegrini Editore). Si dirà: una operazione vecchia scuola, inutile. Anzi: anacronistica. Eppure – aggiungiamo noi – proprio per questo, una operazione indispensabile, quantomeno per il fatto che lascia una documentazione tangibile di una esperienza, non limitando il perimetro del lavoro soltanto alla pubblicazione in rete.

L’ultimo volume della serie, cioè quello del 2020, non sembra deviare troppo la traiettoria iniziale. Troviamo come sempre l’ampia rassegna di film, delle sezioni monografiche (si parla di Rohmer, Fellini, di alcune questioni legate al cinema d’animazione), poi la panoramica sulla serialità televisiva, i libri recensiti, le sezioni più particolari di «Nomi propri» e «Remix». La profondità della riflessione ovviamente varia di pagina in pagina, di saggio in saggio, di argomento in argomento. Tuttavia, variazioni di giudizi e di impatto sono nella norma: non è questo l’importante. Ciò che conta è l’idea di critica che viene fuori dalla lettura complessiva.

Al riguardo, la nota introduttiva al volume offre già una chiara indicazione: «I contributi qui raccolti, segnati da un tratto marcatamente critico e riflessivo, confermano quello che ci eravamo prefissati fin dal primo volume del 2017: la rivista pensa il presente in chiave critica a partire dalle opere e dalle pratiche che lo contrassegnano, ma anche in chiave archeologica, a partire da ciò che a questo presente arriva dal passato e ci permette di capirlo meglio (come i contributi su alcuni classici del pensiero della modernità, da Weber a Simmel a Kracauer)».

Qui, in un certo senso, la doppia chiave di lettura menzionata riflette una relazione con l’oggetto cinema che sia in grado di tenere in dialogo tra loro tanto la tradizione critica sul campo quanto quella accademica negli studi in merito. Ovvero, due approcci molto spesso in conflitto, e che – se isolati – possono anche tendere a derive pessime (opinionismo critico, abusi di cascami filosofici da una parte; conformismo tematico, affidamento esclusivo ai cosiddetti cultural studies dall’altra).

Chiaro, Roberto De Gaetano e il suo gruppo di lavoro – cioè, tutte le persone dietro Fata Morgana Web – non sempre riescono a rendere questo dialogo continuo e proficuo come si vorrebbe. Tuttavia, in Italia, sono gli unici che sembrano provare una sintesi cosciente tra le parti in causa, aprendo tra l’altro il discorso a vari argomenti in modi che altre iniziative paragonabili non fanno.

Leggendo l’Annuario 2020 di questa rivista si ha, alla fine, l’impressione che il cinema sia tanto una questione idiosincratica di gusti e di visioni del mondo tramite le sue materializzazioni quanto, anche, una pratica la cui idea è da ridiscutere in continuazione, con tutti gli strumenti possibili a disposizione.