«Se il Tar dovesse darci torto, discuteremmo con la parte dei militanti più attiva per dare un orientamento di voto», lo ha detto ieri sera Stefano Fassina, sperando ancora che l’eventualità della sua definitiva esclusione dalla competizione elettorale a Roma non si materializzi. «Sono fiducioso nella sentenza del Tar. Manca una data in alcuni moduli che può essere dimostrata. Quante possibilità ho di essere riammesso? Sono ottimista, più del cinquanta per cento», ha detto il candidato sindaco delle sinistra, le cui liste non sono state ammesse per irregolarità formali. Dopo un ricorso, toccherà ai giudici amministrativi l’ultima decisione. Elegantemente, Fassina si è preso la colpa del pasticcio: «Quando si sta in prima linea, ci si prende la responsabilità anche quando le cose non vanno bene», ha detto. Ma ha fatto capire di essere stato colpito a freddo: «Siamo fiduciosi per la correttezza sostanziale. Non me lo aspettavo però». Quanto alla scelta di chi sostenere nel caso il Tar dovesse gelare le speranze, Fassina ha spiegato che «la nostra proposta era di grande discontinuità rispetto agli ultimi 20 anni di amministrazione e ci sono grandi differenze politiche dal Pd. Così come vedo una certa ambiguità nel M5S». Decisione difficile.