Altra buona notizia per la sinistra che a Roma sostiene la candidatura di Stefano Fassina. Il consiglio di Stato ha riammesso anche la lista civica e le liste del municipio. La sinistra torna in corsa, dunque, e al completo. «Un’altra bella notizia per la democrazia», ha commentato il candidato, che già martedì aveva festeggiato la sua riammissione alla gara in un’assemblea alla Casa dell’Altra Economia.

Il Pd prende atto con eleganza del rientro dell’avversario nella competizione, ma comincia ad attrezzarsi per il secondo turno. Attenuando i toni, lanciando veri appelli all’unità, almeno al ballottaggio. Spiegando, all’indirizzo di quella parte politica, appelli al voto utile ma anche rassicurazioni. Così il presidente del Pd Matteo Orfini, commissario romano: «C’è una sola possibilità per chi non vuole che vinca la destra ed è Giachetti», dice al Corriere della sera. E al secondo turno «il tema non è il rapporto tra Giachetti e Fassina, ma il progetto di governo per la città e io spero che al ballottaggio saremo uniti. Fatico a immaginare che Stefano possa sostenere Raggi». A Roma, giura Orfini, «non abbiamo alcun rapporto con Verdini. Non lo abbiamo cercato e non lo abbiamo voluto e quando sembrava intenzionato a partecipare alle primarie gli abbiamo detto chiaramente che non era il benvenuto». Una cosa è certa, ed è che il tema non è il rapporto fra Fassina e Giachetti, soprattutto perché è un rapporto inesistente, al momento. Ma a sinistra gli appelli al voto utile non sono graditi, neanche quelli per l’eventuale secondo turno. «Un’insistenza stucchevole e sgradevole» per Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana.

Intanto c’è qualcun altro che ammicca a sinistra. Alla sua maniera, naturalmente. Beppe Grillo ieri da Napoli, dove i 5 stelle non sono competitivi – hanno schierato un brianzolo juventino, Matteo Brambilla che non scala i sondaggi – ha parlato della Capitale: «Ce la giocheremo tutta. Se si vince a Roma…». Il comico promette che stavolta il movimento o raddoppia o lascia, un po’ come fa Renzi con il referendum: «O in un anno gli italiani decidono di darci una possibilità, o ce ne andiamo a casa. Ma c’è un pericolo, se andiamo a casa noi: come in tutta Europa arrivano le destre quelle forti». Intendendo dunque che la destra del M5S è una destra light? «Noi abbiamo arginato Forza Nuova, Casapound ma in tutta Europa si sta riformando il nazismo», dice Grillo, ma glissa sull’endorsement del leghista Salvini proprio sulla sua candidata romana. Salvini, che a sua volta è l’ex alleato proprio di Casapound, con la quale ha sfilato insieme nella capitale in un “indimenticabile’ corteo nel febbraio 2015. I nostalgici del Ventennio avevano anche riversato i loro voti sul leghista Borghezio, contribuendo a eleggerlo all’europarlamento. Ma poi l’idillio fascio-leghista si è rotto, o per lo meno il posto della tartaruga nera lo hanno preso i Fratelli d’Italia.