Venerdì sera, nel corso dell’assemblea precongressuale online di Sinistra italiana di Brescia, una quarantina di profili si sonio lanciati in un zoombombing. Solo in sei, riferisce Sinistra italiana, sono riusciti nell’irruzione a base di «insulti, marcette fasciste, svastiche, video del duce e slogan sessisti, antimeridionalisti e xenofobi», interrompendo la discussione.

Gli amministratori della riunione sono riusciti a intervenire in tempo per bloccare la maggior parte dei tentativi di accesso. Si tratta di «un segnale preoccupante – spiegano da Si -, inquieta la modalità antidemocratica e squadrista con cui si prova a zittire un avversario e a impedire la libera discussione. Un raid di chiaro stampo fascista, ben organizzato e strutturato fatto di profili chiaramente falsi e anonimi: il tipico ’ coraggio’ di chi è solito agire nell’ombra e protetto dall’anonimato garantito in questo caso dalla rete».

Il segretario provinciale di Brescia di Sinistra italiana, Luca Trentini, segnalerà alla Digos e denuncerà alla polizia postale l’aggressione. «Qualunque attacco alla democrazia – afferma – non deve essere sottovalutato, a maggior ragione oggi dove gli spazi di confronto possono essere solo quelli informatici data la situazione pandemica. Noi proseguiremo senza timore alcuno la nostra fiera militanza resistente e antifascista».

Interviene anche il portavoce nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni: «Ci chiediamo come sia possibile continuare ancora a tollerare organizzazioni, gruppi e realtà che operano indisturbate sulla rete e nel Paese, diffondendo idee in netto contrasto con la Costituzione godendo di una totale impunità rispetto ad azioni, argomentazioni e modalità inaccettabili nel contesto democratico.

Le organizzazioni fasciste e parafasciste – dice Fratoianni – vanno sciolte senza se e senza ma. E va punito chi propaganda idee riconducibili a quella marcia ideologia, diffondendo odio, discriminazione e violenza. Sono certo che le forze dell’ordine e la magistratura di Brescia riusciranno ad individuare e a colpire questi gruppetti di miserabili fascisti».