Un  animatore di Londra con Fiorucci Art Trust e una personalità stravagante, look compreso. E’ questo l’identikit di Milovan Farronato, scelto per la curatela del Padiglione Italia alla Biennale d’arte di Venezia del 2019, prima nomina di Alberto Bonisoli, neoministro ai beni culturali. Poco più che quarantenne, Farronato spende un nome che promette colpi di scena e di certo momenti fuori le righe.

Bonisoli, il ministro da anni alla guida del Naba di Milano, l’accademia internazionale di design, ha assicurato “è originale e innovativo anche dal punto di vista dell’allestimento, valorizza il lavoro degli artisti e pone il Padiglione in linea con il panorama artistico internazionale”. Farronato si è occupato di giovani talenti dell’arte italiana anche con il lavoro dell’archivio di Viafarini, il più importante archivio italiano delle opere di giovani artisti.

Il curriculum diffuso dal ministero ricorda l’invenzione nel 2011, per il Fiorucci Art Trust, del festival Volcano Extravaganza a Stromboli. Poi c’è la fondazione nel 2014, assieme all’artista Paulina Olowska, del simposio Mycorial Theatre a Rabka, in Polonia, che nel 2016 è migrato in Brasile, a San Paolo. Si citano collaborazioni (nel 2016) con le Serpentine Galleries di Londra. Il progetto The Violent No! all’interno della 14/a Biennale di Istanbul nel 2015. Dal 2005 al 2012, la direzione di Viafarini e il ruolo di curatore al Docva Documentation Centre for Visual Arts, Milano. Tra i diversi incarichi quello di professore di Cultura Visiva al Cladem, dello Iuav a Venezia, dal 2008 al 2015.