La riserva delle farfalle è un posto tranquillo, mantenuto dalla North American Butterfly Association; un paio di ettari di verde e boschi nativi sulla sponda nord del Rio Grande che segna il confine col Messico, vicino a McAllen Texas. Il piccolo parco naturale offre gite e visite guidate a turisti ed appassionati che possono ammirare, come si legge sui depliant, centinaia di varietà di insetti ed i loro splendidi colori mentre transitano lungo le anse del fiume sull’annuale rotta migratoria verso il centro America. O almeno così era prima, dato che l’amena riserva naturale si è convertita in prima linea dello scontro politico che dilania l’America.

TUTTO INIZIA con il muro di confine che Trump promette di costruire per bloccare «l’invasione» di «clandestini» provenienti dal Messico, ma destinato a sconquassare anche molte realtà culturali e naturali. Dovrà infatti attraversare parchi nazionali, aree protette e terre sacre agli indiani nativi, senza contare innumerevoli terreni privati. Per erigere «lo splendido muro» di dieci metri di cemento armato lungo i 5.000 km di confine, vengono dinamitati boschi di cactus “saguaro” e divelti cimiteri indigeni. Tre anni fa il governo federale comincia a requisire terreni privati.

Sulla lista finisce anche quello del Butterfly Center su cui 10 metri di acciaio e cemento bloccheranno la rotta degli insetti verso sud. Come molti altri naturalisti la fondazione che gestisce il centro si oppone, ricorre ai tribunali, inizialmente blocca le ruspe di Trump. Poi però ci si mette anche We Build the Wall, un gruppo privato guidato da Steve Bannon e altri potentati reazionari fra cui Erik Prince: il miliardario fondatore dell’impresa di mercenari Blackwater. Con fondi di privati, raccolti da un GoFundMe, il muro lo costruiranno loro. I guardiani delle farfalle tornano in tribunale per bloccare il progetto, diventando così nemici numero uno di miliziani e frange QAnon che in rete scatenano l’inferno complottista: le farfalle sono solo una copertura per traffico di clandestini importati dai “marxisti” per truccare i risultati elettorali; i farfallari sono trafficanti umani in combutta coi narcos che prostituiscono le bambine obbligandole ad abortire, e poi l’ossessione dei fanatici alt-right: «i finti entomologi non sono altro che una banda di pedofili». La stessa solita accusa scagliata contro Hollywood, Bill Gates, Hillary Clinton e un po’ chiunque non sottoscriva l’ideale “giudeo cristiano” promosso come unico legittimo fondamento per la nazione americana.

Dalle minacce i complottisti passano ai fatti. La scorsa settimana in occasione di un comizio contro l’immigrazione organizzato nelle vicinanze dal generale golpista ex capo della sicurezza nazionale di Trump, Michael Flynn, i “patrioti” circondano il santuario, in diretta Facebook, alcuni denunciano i «pedofili» davanti al suo ingresso.

UNA CANDIDATA della lista Trump cerca di investire con l’auto il figlio della direttrice. Le autorità assistono senza intervenire (molti agenti simpatizzano con gli estremisti). Sulle mail e segreterie degli impiegati si moltiplicano minacce di morte, vengono pubblicati gli indirizzi delle lori abitazioni. Per la protezione di visitatori ed impiegati, si legge infine sul sito del centro, «il parco resterà chiuso fino a data da definirsi».

Il centro per lepidotteri si è così venuto a trovare al centro del campo minato che è diventato lo scontro politico e culturale negli Stati uniti, travolto dall’ondata di odio fomentata dalla nuova destra radicale. Da un lato la vicenda rasenta il ridicolo: una missione compiuta contro gli appassionati delle farfalline che ha spezzato le reni dei pensionati sovversivi in visita alla voliera coi nipotini. Dall’altro è indice sinistro di come anche la realtà più innocua può ormai venire sovvertita in trama complottista cui sottoscrivono invasati e mitomani, spesso e volentieri armati fono ai denti.

CINQUE ANNI FA si sarebbe trattato di un episodio bizzarro, relegato alle cronache di colore. Oggi rappresenta plasticamente la dinamica prevalente della regressione complotto-populista avvallata dal partito repubblicano che vi predica il ritorno al potere. Simili campagne intimidatorie, basate su accuse paradossali, vengono organizzate ogni giorno a livello locale in comuni, distretti scolastici, sovrintendenze sanitarie – le realtà sociali del territorio dove consiglieri e rappresentanti vengono quotidianamente minacciati e costretti alle dimissioni o rimossi da cariche decisionali (comprese quelle di distretti che nelle prossime elezioni avranno giurisdizione sullo scrutinio dei voti). Al loro posto subentrano spesso esponenti della nuova destra complottista e del “nazionalismo cristiano” militarizzato da Trump. Se in Texas riescono a far chiudere il parco delle farfalle, in Tennessee rimuovono libri dalle biblioteche scolastiche (e magari organizzano un bel rogo di libri anti-americani, come avvenuto la scorsa settimana vicino a Nashville).

PERFINO nei distretti rurali della progressista California può accadere che l’ira funesta ed il rancore paranoico delle milizie si abbatta su tranquille cittadine. È da poco accaduto a Redding, nell’estremo nord dello stato, dove è stato destituito lo sceriffo e consigliere provinciale moderato, reo di aver «accettato la dittatura sanitaria di maschere e vaccini».

Per il suo “recall” è stata utilizzata la consueta ricetta a base di accuse online, minacce di morte e infine referendum finanziato da un miliardario trumpista. Il genere di squadrismo online che sta dilagando nell’hinterland americano, e che come molti avvertono rischia di sovvertire l’ordine democratico iniettando nel processo politico massicce dosi di falsità.
Il destino delle farfalle del Texas intanto rimane sospeso nella terra di nessuno di confine ed ideologia. I costruttori privati di Bannon sono stati rinviati a giudizio per appropriazione indebita dei fondi raccolti per il muro solo in parte completato. Ma, denunciano i guardiani delle farfalle, per ora le ruspe non si sono del tutto fermate – nemmeno sotto Biden.