Si chiama Alleanza per la transizione ecologica: senza tanti giri di parole si propone l’obiettivo di presentarsi alle elezioni e occupare lo spazio che nel resto d’Europa hanno altre forze ambientaliste, a partire dai Grünen tedeschi. I promotori si sono incontrati ieri a Roma in un sala del centro. Ha aperto Danilo Bonato, dirigente d’azienda e consulente di strategia e responsabilità sociale di impresa. Ha chiuso l’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi. In mezzo, non c’è stato un dibattito vero e proprio (che viene demandato a riunioni su base regionale). Spazio a nove interlocutori più uno aggiunto all’ultimo minuto: il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.

L’ex parlamentare Anna Donati sfoglia i petali della galassia verde: «Ci sono i Verdi, i Verdi europei, la componente Facciamo Eco, Green italia». «L’esperienza verde è stata parte importante della mia vita – dice Edo Ronchi – Ma se un soggetto verde oggi viene stimato al di sotto della soglia di sbarramento del 3%, allora significa che è inadeguato. Ci vuole una cosa nuova. Noi vogliamo avviare questo processo». La «cosa nuova» viene introdotta con alcune slide che rimandano alla «economia di mercato sociale e ambientale». I promotori di Ate non fanno mistero, vista anche la biografia di molti di loro, di voler puntare sul dialogo con le imprese. Presentano una ricerca Ipsos secondo la quale gli italiani vedono la transizione ecologica come «un’opportunità economica». Si aspira a un patto green che aggiri i conflitti anche soppesando le parole: l’espressione inglese «stand together» viene tradotta con «stare lì» invece che «resistere insieme».

A condurre la discussione c’è Caterina Banella, esperta in comunicazione d’impresa. Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente e deputata eletta nelle liste di Leu, dice che occorre «un salto di scala» politico perché tutti dicono che hai ragione sui temi dell’ambiente ma poi «quando si tratta di votare in parlamento l’ambiente non mai una priorità». «Non dobbiamo mettere avanti l’identità, ma la curiosità intesa come empatia per il punto di vista dell’altro – prosegue Muroni – Quando si parla di gestione pubblica o gestione privata si pone una questione astratta: pubblico e privato devono avere un rapporto virtuoso». E Maurizio Bernardi, presentato come «top manager dell’industria dell’elettrodomestico» invoca un’«alleanza tra politica, imprese e consumatori».

Ma è inevitabile che alcune questioni di fondo vengano a galla. Roberto Morabito, ricercatore Enea, dice che «il cambiamento non può essere guidato da questo modello economico». Poi parla di accogliere i migranti climatici: «Per questo mi aspetto una forza politica non disponibile ad allearsi coi sovranisti». Monica Frassoni, ex presidente dei Verdi europei, sottolinea come oggi l’Italia non abbia posizioni chiare su molti dei nodi che riguardano la crisi climatica. Così Angelo Bonelli: «Dobbiamo dire che il ministro Roberto Cingolani è un problema per la transizione ecologica».
«L’Italia sta frenando – dice in chiusura Ronchi – Aumentano le emissioni perché peggiora l’efficienza energetica e perché la spinta delle rinnovabili è stata fermata». «Si vota sempre meno e chi vota vota il meno peggio», prosegue Ronchi. Che risponde così a chi chiede una scelta di campo col centrosinistra: «Noi in questa fase non dobbiamo apparire come parte di uno schieramento precostituito».