L’idea di fondo è quella dell’«apertura» dell’archivio, «che realizza anche l’idea di Zavattini di un cinema di tanti per tanti» dice il presidente del Premio Zavattini Antonio Medici: ieri è stato presentato il bando per l’edizione 2020/2021 del premio (la quinta) indirizzato a giovani filmmaker – professionisti e non, italiani o stranieri – fra i 18 e i 35 anni, che potranno presentare i loro progetti per un cortometraggio documentario realizzato con il materiale dell’Aamod (Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico) e degli archivi partner, fra i quali Home Movies – Archivio nazionale dei film di famiglia, la Cineteca sarda, l’Archivio delle memorie migranti – e quest’anno l’iniziativa inaugura anche la partnership con il Premio Bookciak, Azione!, che verrà assegnato il primo settembre in apertura delle Giornate degli autori di Venezia.

UNA GIURIA composta da professionisti – registi, produttori e studiosi – del cinema italiano selezionerà 9 finalisti, che avranno l’opportunità di seguire un percorso di formazione e approfondimento per lo sviluppo dei progetti presentati, fra i quali verranno poi scelti – e prodotti dall’Aamod – i tre vincitori.

«Rendere accessibile l’archivio grazie alle nuove tecnologie – spiega Medici – consente l’accesso anche alle generazioni più giovani», invitate dal Premio a reimmaginare il materiale, a farlo rivivere e a «tradire il valore di semplice documentazione del materiale di repertorio. Spesso infatti sono stati premiati progetti che lo inserivano in una linea narrativa nuova». Fra i vincitori delle edizioni passate Domani chissà, forse di Chiara Rigione, Massimino di Piero Li Donni, Il mare che non muore di Caterina Biasiucci, Lo chiamavano Cargo di Marco Signoretti e L’angelo della storia di Lorenzo Conte.