Il Thanos di Avengers: Infinity War e Joseph Seed, il principale «cattivo» del nuovo, quinto episodio di Far Cry (sviluppato e pubblicato da Ubisoft) hanno molto in comune. Il primo rende le risorse dell’universo abbondanti ed in grado di far prosperare gli esseri viventi. Il secondo fonda una setta che possa resistere all’odio ed alla follia umana che spinge gli esseri umani a farsi del male e uccidersi a vicenda perché tutti siano solidali e si aiutino reciprocamente. I fini sono assolutamente condivisibili: chi non vorrebbe evitare di fare i conti tutti i giorni con risorse (soldi, alimenti, energia…) limitate e scarseggianti? A chi non piacerebbe una comunità in cui tutti sono d’accordo per agire in vista del bene comune aiutandosi reciprocamente?

HOPE
Ma ogni utopia nasconde in seno la propria distopia che rivolta come un guanto il sogno trasformandolo in un incubo. L’universo ricco ed abbondante di risorse è creato da Thanos al prezzo del genocidio di metà di tutti gli esseri viventi dell’universo. E la contea pacificata ed armonica di Hope è tale solo perché la setta costringe tutti a sottostare alle proprie imposizioni uccidendo o piegando con una droga allucinogena – il Gaudio – tutti quando non accettano volontariamente la guida del suo pastore e fondatore Joseph Seed.

Da un punto di vista di gameplay Far Cry 5 non si discosta dai predecessori: vasto open world, basi nemiche da conquistare privilegiando un approccio stealth, cittadini da liberare dagli adepti della setta, animali selvatici da cui guardarci, abilità da apprendere utilizzando i punti esperienza guadagnati completando le missioni. Possiamo anche imparare ad utilizzare oggetti per creare esplosivi e piante per realizzare droghe che ci rendano più forti o più veloci o che potenzino i nostri sensi. Indubbiamente Hope County, l’area in cui è ambientato, è una riproduzione dettagliata e realistica, per quanto immaginaria, del Montana, con le sue montagne da cui lanciarsi con la tuta alare, i pascoli e i campi di mais e frumento con le caratteristiche fattorie e silos, i fiumi in cui pescare (e tante missioni secondarie prevedono proprio la pesca di esemplari pregiati di fauna ittica).

LO CHEF STELLATO
Tanto importante l’ambientazione da indurre Ubisoft Italia a inviare in Montana Lorenzo Cogo, uno dei più giovani chef stellati al mondo, per visitare i luoghi e riportare a casa le impressioni anche culinarie tradotte in tre piatti: tartare di cuore tra due ostie accompagnate da un Bloody Mary, pacchero gratinato al ragù di cervo e trota iridea con maionese al ginepro e cous cous di cavolfiore. Il giovane chef non si è però cimentato nel piatto che ci coinvolge in diverse missioni secondarie affidateci dal cuoco di Fall’s End (la cittadina al centro della contea): i testicoli di toro, piatto base della festa gastronomica della zona.

LA DESTRA
Se l’open world potrebbe indurci a disinteressarci dei problemi dei cittadini di Hope County e del fanatismo religioso in cui diversi giornalisti statunitensi hanno visto riecheggiare le posizione dell’estrema destra sostenitrice di Trump (il fatto che lo sviluppo del gioco sia iniziato assai prima della campagna presidenziale americana sta solo ad indicare che i germi dell’ondata di estrema destra che ha portato Trump alla Casa Bianca erano già presenti e ben visibili – a volerli guardare – da anni), ma occorre invece arrivare in fondo alla storia.

Prima sconfiggendo i tre apostoli di Joseph: John fissato con la redenzione dei peccatori attraverso torture ed umiliazioni; Faith che crea zombie persi nelle allucinazioni del Gaudio, e Jacob che disciplina la struttura paramilitare della setta. Per arrivare infine a Joseph e concludere il gioco esattamente così come lo abbiamo iniziato: in compagnia di una piccola squadra di agenti inviati ad arrestarlo. Solo per scoprire, come al termine di Infinity War, che Joseph, in un suo modo malato e perverso, aveva ragione e che l’Armageddon per cui si stava preparando la setta è davvero arrivato.