Senza correre il rischio di scivolare nella stesura di uno sterile catalogo di comportamenti più o meno bizzarri, o di un sapiente manuale di buone pratiche, o peggio di un elenco di interpretazioni suggestive ritenute in grado di spiegare i presunti legami con non si sa quale ragione inconscia, Cosa si può sapere sul sesso è quanto si domanda un bel libro della psicoanalista parigina Giselle Chaboudez (edizioni Hermann), riassumendo efficacemente la difficoltà della parola nel tradurre in discorso la faccenda sessuale. A voler essere rigorosi, occorrerebbe chiedersi se tutto ciò che si dice sul sesso abbia realmente a che fare con quell’esperienza speciale che investe il corpo e il suo (misterioso) godimento. A questo proposito, il libro di Michael Bader Eccitazione La logica segreta delle fantasie sessuali (Cortina, pp. 276, euro 24,00) esibisce una ambivalenza di fondo. Da una parte il richiamo dell’autore alla priorità della questione sessuale nel trattamento del disagio psichico suona come un appello a non lasciarsi incantare dalle sirene di una psicologia tutta sbilanciata sul registro relazionale, sentimentale ed emotivo. In continuità con la dottrina freudiana, Bader scrive nell’introduzione: «penso che le fantasie sessuali siano la via regia verso l’inconscio».
Notizie dal setting
Favorendo, tramite numerosi frammenti di casi clinici, l’osservazione fondata su dati empirici piuttosto che su speculazioni astratte e ingiustificate, Bader offre al lettore la possibilità di ascoltare i discorsi più intimi e inconfessabili dei suoi pazienti, senza che questa operazione precipiti mai in uno sgradevole esibizionismo psicoanalitico. Il testo che trae dalla sua osservazione clinica, tuttavia, procede a una eccessiva semplificazione del meccanismo di formazione delle fantasie sessuali, che – nell’interpretazione dell’autore – fanno dipendere le loro forme e i loro contenuti dal tipo di credenza patogena che si propongono di annullare. Al di là dei suoi propositi dichiarati, le osservazioni di Bader nascondono un innegabile determinismo causale. Le fantasie sessuali vengono considerate l’effetto di situazioni infantili problematiche e traumaticamente generatrici di sensi di colpa, di rifiuto, di vergogna (e così via) fondamentalmente accidentali: relative, cioè, a una specifica configurazione familiare.
In questa prospettiva psicologista, allora, una specie di associazione prestabilita fa sì che a un dato contesto di relazioni – deprivante, abbandonico, competitivo, minaccioso – corrisponda lo sviluppo di una determinata fantasia sessuale. Bader, in questo modo, sembra ignorare il carattere strutturale del trauma in quanto esperienza che il soggetto non può in alcun modo schivare: il suo carattere di incontro (immancabile) con la pulsione, con quella forza costante rispetto alla cui urgenza e irruenza ognuno di noi si trova sempre nella posizione di «oggetto».
Come incontrovertibilmente dimostra la clinica, in occasione di alcuni eventi particolari qualcosa nella libido del soggetto si blocca, continua a reclamare soddisfazione, non accede alla dimensione del senso, rifiuta di essere metabolizzato dal significante, non lasciandosi assorbire dal potere discorsivo (e pacificante) della parola. Sarà proprio intorno a questo nocciolo libidico che l’automaton dell’inconscio organizzerà le sue rappresentazioni immaginario-simboliche, per tentare di simbolizzare ciò che non ha potuto essere simbolizzato.
In questo senso, le fantasie sessuali – come del resto, i sogni – agiscono come una sorta di significante copertura alla rappresentazione che, in quanto traumatica, è venuta a mancare: sono il modo in cui, in altri termini, l’inconscio crea una rappresentazione intorno alla mancanza di parole prodotta dalla fissazione libidica. Una rappresentazione che nel rimettere in scena l’evento traumatico – «il cattivo incontro», direbbe Lacan – si propone di assicurare al soggetto quella consistenza, quella tenuta, quella padronanza che, a suo tempo, gli era mancata. Nella ricostruzione della scena traumatica che la fantasia sessuale realizza, il soggetto ricava dal trovarsi in posizione di oggetto (originariamente annichilente) una soddisfazione paradossale, un «piacere di natura diversa», come lo descriveva Freud, il più-di-godimento che Lacan introdusse come concetto psicoanalitico fondamentale.
Da qui, l’altro versante problematico del lavoro di Bader, quello relativo alla cura: considerare la credenza patogena come sola responsabile delle fantasie sessuali indirizza il trattamento psicoterapeutico verso un tipo di intervento che – come lo stesso autore afferma – non può dirsi se non «correttivo»: da un lato il paziente andrebbe stimolato a prendere atto dell’inadeguatezza delle sue credenze, dall’altro, occorrerebbe favorire esperienze transferali in grado di smentire, grazie alla posizione illuminata dello psicoterapeuta, le credenze stesse. Ma – come lo stesso Bader è costretto ad ammettere – le fantasie sessuali – pur se egodistoniche e disfunzionali – tendono a resistere al tentativo di significarle (e di liquidarle). Per quale motivo? si chiede lo psicoanalista di San Francisco? perché «sono piacevoli», si risponde.
Quel vantaggio secondario
Sembra, in questo modo, affiorare finalmente la dimensione libidica, enigmatica e inerte, del godimento implicato in queste fantasie e recalcitrante ad ogni forma di consapevolezza di tipo cognitivo: dimensione di cui Bader, tuttavia, non considera fino in fondo la potenza. Equilibri libidici consolidati – lo sappiamo – persistono di fronte all’eventuale presa d’atto dell’inadeguatezza del loro funzionamento: autoconsapevolezza e critica cognitiva non le intaccano, è un dato di fatto. Il sapere non cura. Un nocciolo duro di piacere, refrattario all’azione del significante, implicato nel funzionamento psichico dell’essere umano, mette la psicoanalisi – come pratica di parola fondata esclusivamente sul sapere – di fronte ai suoi limiti. O meglio: la sollecita a inventare dispositivi terapeutici nuovi, capaci di corrodere quel vantaggio secondario che – pur se sconveniente e dannoso – la fantasia sessuale assicura.