È concentrato sul rischio terrorismo il messaggio partito dal Quirinale con destinazione Rimini. Sergio Mattarella richiama l’attenzione dei ciellini a Rimini così: «Il terrorismo alimentato anche da fanatiche distorsioni della fede sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla».
Un appello esplicito in chiave pacifista ed europeista con grande attenzione nei confronti del fenomeno delle migrazioni che produce il melting pot. Il presidente della repubblica scrive al Meeting di Rimini: «Sta a noi prosciugare l’odio, far crescere la fiducia e la cooperazione, mostrare i vantaggi della pace. L’Europa ha il compito di grande rilievo perché il dialogo tra le religioni monoteiste può svilupparsi già all’interno delle nostre società, divenute plurali e multietniche».
Mattarella si preoccupa del settarismo e del fondamentalismo, che possono rappresentare la miccia della violenza senza limiti. ma indica anche l’antidoto: «Basta guardare attorno a noi il riemergere di populismi e nazionalismi. Ebbene, la risposta viene offerta da tante testimonianze di moralità, di solidarietà, di impresa responsabile, di governo dei conflitti, di ricostruzione del diritto laddove la sua rete è stata lacerata». E insiste suio valori della Costituzione: «Personalismo e solidarietà, valori che hanno bisogno di essere continuamente realizzati. E chi lo fa con generosità, accresce anche agli anticorpi per affrontare le difficoltà che si presentano nelle diverse stagioni».
Come per i migranti: «L’umanità che mostreremo nell’accogliere i profughi disperati, l’intelligenza con cui affronteremo i fenomeni migratori, la fermezza con cui combatteremo i trafficanti saranno il modo con cui mostreremo al mondo la qualità della vita democratica».