La famiglia dell’attivista Nizar Banat, ucciso lo scorso giugno da uomini dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese, ha comunicato di non avere fiducia nel processo in corso a Ramallah che vede imputati 14 agenti dell’intelligence. L’avvocato della famiglia Banat, Gandhi Amin, ha inoltre annunciato che non prenderà più parte alle udienze dopo essere stato insultato e minacciato da uno dei legali degli imputati. Per la famiglia Banat il procedimento in corso è solo una «farsa» che non toccherà i responsabili «ad alto livello» dell’omicidio dell’oppositore del presidente dell’Anp Abu Mazen. Denuncia anche che due cugini della vittima sono stati arrestati e minacciati dai servizi di sicurezza. Per questo chiede un processo internazionale per fare luce sui «veri colpevoli».