Sono centoventi gli indagati dalla procura di Rieti per aver cercato di trasferire la propria residenza ad Amatrice e Accumoli dopo il sisma dell’agosto 2016, nel tentativo di intercettare i contributi destinati ai terremotati. Due le ipotesi di reato: truffa e falso, per un’operazione di sciacallaggio di cui si parla già da diversi mesi ma che solo adesso sta trovando uno sbocco giudiziario, con l’inchiesta condotta dal procuratore Giuseppe Saieva ormai in via di chiusura.

Secondo gli investigatori, dunque, in centoventi (per lo più da Roma) hanno cercato di entrare nella corsa ai contributi per l’autonoma sistemazione elargiti dallo Stato, una cifra che va dai 400 ai 900 euro mensili a seconda del nucleo familiare. Non una somma così ingente, ma evidentemente abbastanza per tentare una truffa. Alcuni, nel disperato tentativo di evitare il processo, starebbero già restituendo i soldi presi.

Il sospetto che qualcuno stesse cercando di accaparrarsi i soldi teoricamente destinati agli sfollati risale alle primissime battute del dopo-sisma: troppe le domande di trasferimento della residenza inoltrate ai municipi, facile pensare che si trattasse di persone che sull’Appennino laziale possiedono semplicemente una casa dove passare le vacanze.

Intanto, il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ha completamente ritirato le proprie accuse sulla presunta sparizione dei quasi 33 milioni di euro degli sms solidali. «Ho avuto un colloquio con la commissaria Paola De Micheli, mi ha dato la sua parola su tre o quattro aspetti: che le risorse saranno date con priorità in tutte le fasi della ricostruzione della zona franca e della zona urbana a quei comuni che sono stati distrutti». Il sindaco di Amatrice, ancora una volta, era riuscito a far molto parlare di sé dopo aver gridato allo scandalo sugli sms, in un discorso molto applaudito ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. Da lì, oltre alla consueta trafila di interviste in televisione ed editoriali indignati sulla stampa di destra, è arrivata prima la smentita della protezione civile e poi la convocazione di Pirozzi in procura a Rieti, con Saieva che alla fine ha definito la faccenda come «una bolla di sapone». Sasso lanciato e mano nascosta dietro la schiena: la questione dei soldi degli sms «spariti» è ormai entrata nel tritacarne del dibattito pubblico, in un meccanismo già visto pochi mesi fa con la campagna denigratoria ai danni delle Ong del Mediterraneo. Fatti zero, ma un sospetto non costa nulla. Il risultato si vedrà in futuro, quando alla prossima emergenza probabilmente ci sarà un grande calo delle donazioni di solidarietà.

Pirozzi, tra l’altro, ha sparato sugli sms pur essendo a conoscenza della destinazione di quei fondi: la riunione per decidere il da farsi è stata fatta a luglio, e lui all’epoca non solo non ebbe nulla a che ridire, ma nemmeno prese parte ai lavori della commissione, che ha diviso i fondi tra Marche (18 milioni), Umbria (3,6 milioni), Lazio (3,5 milioni) e Abruzzo (3 milioni), con 5 milioni di resto ancora da assegnare ma disponibili sul conto corrente non fruttifero del Commissario alla ricostruzione. Se «nemmeno un euro» è finito ad Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto è semplicemente perché in questi tre paesi la ricostruzione è stata programmata con le spese che saranno al 100 percento a carico dello Stato. Quello dei ritardi e delle lungaggini burocratiche, poi, è tutto un altro discorso, che comunque nulla a che fare con i soldi dei messaggini solidali del 45500.

La sparata di Atreju, comunque, è servita a Pirozzi per continuare ad accreditarsi come candidato ideale alle prossime politiche, alle regionali del Lazio o direttamente alle europee del 2019. Lui, commentando l’ipotesi della sua discesa in campo, ha usato una metafora calcistica: «Come allenatore non mi sono mai fatto fare la squadra da nessuno». Tradotto, vuol dire che le offerte arrivate sono ancora tutte al vaglio. Ci sarà tempo per fare la scelta giusta. Sono diverse, infatti, le forze politiche che seguono da vicino Pirozzi, nella convinzione che questi sia una calamita di consensi. Non si esclude una sua candidatura tra le file del Pd, ma con ogni probabilità il ruspante sindaco di Amatrice si accaserà a destra: Fratelli d’Italia, Lega Nord o Forza Italia.