Potrebbe essere raggiunto nella notte l’accordo tra i ministri dell’Economia dell’Unione Europea, sul meccanismo unico di risoluzione dei fallimenti bancari. Il ministro dell’Economia italiana, Fabrizio Saccomanni, in una pausa dei lavori dell’Ecofin a Bruxelles, si è detto «fiducioso» sulla possibilità di trovare un’intesa convincente, per chiudere in modo ordinato le banche in fallimento. «La mia impressione è positiva – ha spiegato il ministro – sono stati fatti passi avanti». All’accordo però mancano ancora alcuni dettagli, sui quali si sono giocati gli scontri in seno all’Unione Europea. Proprio Saccomanni nei giorni scorsi ha inviato una lettera al suo collega tedesco – missiva rivelata ieri dal Wall Street Journal – in cui richiedeva la necessità di sancire la nascita di un’Unione Bancaria che non fosse «difettosa». L’oggetto dello scontro tra Italia – con il supporto di Draghi – e Germania è stato relativo a «un sistema efficace nell’affrontare i rischi e nel ridurre il pericolo di contagio che deve contare su risorse finanziarie comuni». Saccomanni ha chiesto il cosiddetto «backstop», ovvero «un comune paracadute finanziario che sia già operativo durante la fase di transizione»; in pratica l’Italia chiede che i salvataggi non ricadano sulle finanze degli Stati nazionali, ma che possano essere gestiti da un fondo comune bancario. La mediazione raggiunta – che potrebbe portare alla chiusura dell’accordo – prevederebbe l’intervento degli Stati solo in via temporanea.