Vince il favorito, forse un predestinato. Peppe Falcomatà, 32 anni, figlio di Italo, il sindaco della “primavera reggina” degli anni ’90, si impone alle primarie e diventa il candidato sindaco di Reggio per la coalizione di centrosinistra. Mimmo Battaglia, figlio dell’altro sindaco Piero, democristiano, artefice dei moti dei “Boia chi molla” degli anni 70, sfiora l’impresa, ma il distacco finale tra i due è di circa duecento voti.

Falcomatà si impone con 6.258 voti e ottiene il primo posto in quasi tutti i 15 seggi dove si sono svolte le consultazioni interne. Battaglia supera di poco le 6mila preferenze. Distaccati di molto gli altri due candidati, Enzo Amodeo e Filippo Bova, che hanno ottenuto rispettivamente 2.596 e 1.573 voti. Falcomatà è riuscito a espugnare le sezioni più calde: Centro storico, Gallina, Archi, Pellaro, Santa Caterina e Modena. Battaglia invece conquista la frazione di Catona, dove stacca l’ex capogruppo del Pd di quasi 500 voti. Non sono bastati.

Il risultato arriva al termine di una lunga giornata, quella di domenica, in cui sono stati più di 15mila gli elettori che hanno partecipato alle elezioni primarie di coalizione. L’affluenza è stata così elevata da obbligare gli organizzatori a posticipare di almeno un’ora e mezza la chiusura dei seggi. Giuseppe Falcomatà era il favorito della vigilia e le urne hanno confermato le previsioni. Sarà lui a guidare il centrosinistra alle prossime elezioni d’autunno, che segneranno la fine del commissariamento del comune, sciolto nell’ottobre del 2012 per contiguità con la ‘ndrangheta.
L’euforia è però durata appena una nottata. Già ieri mattina l’assenza di Mimmo Battaglia alla conferenza stampa non lasciava presagire nulla di buono. E infatti Battaglia, nomen omen, ha sferrato un duro attacco in serata parlando apertamente di situazione di «aggressione, non solo mediatica, che in silenzio ho subito e ha disorientato una moltitudine di elettori ’condizionando’ la libera espressione del voto». Primarie irregolari – secondo lo sconfitto – «caratterizzate da manovre subdole per attribuirmi, nonostante la mia storia trasparente, scorciatoie mai percorse. Di fatto è stato scientemente e strumentalmente confuso il mio sforzo di intercettare gli elettori moderati, apostrofandomi come l’uomo degli accordi e questo in una città dove circa il 70% degli elettori ha, nel tempo, tributato ogni successo al centrodestra».

Il riferimento, inequivoco, va a quanto accaduto a poche ore dall’apertura dei seggi quando Peppe Falcomatà (vedi il manifesto del 6 luglio) aveva denunciato un tentativo di inquinamento del voto da parte del centrodestra. «A tali misere e strumentali affermazioni – prosegue Battaglia – avrei potuto rispondere e con gli stessi toni ma non l’ho fatto e non lo faccio per stile personale e per sintonia con lo spirito delle primarie. Per lo stesso motivo, all’estemporanea variazione degli orari di apertura e chiusura dei seggi non mi sono frapposto nonostante le diffuse anomalie nei seggi non ci lasciano tranquilli circa la correttezza delle operazioni di voto».

Affermazioni pesanti a cui Falcomatà ha risposto a stretto giro: «Spero che quanto dice Battaglia siano affermazioni dettate dal momento, magari dovute al fatto che sono passate poche ore e si tratta di un commento a caldo. Auspico che queste parole possano essere smentite con l’impegno in prima persona a sostegno del candidato sindaco».