Affonda nella pianura pontina l’ultimo caso dei presunti contatti tra la Lega e i sistemi criminali. Un’indagine della Dda romana, partita due anni fa, sta facendo emergere contatti durante la campagna elettorale del 2016 tra pezzi del clan dei Di Silvio – parenti diretti di Casamonica romani – e alcuni esponenti laziali del partito di Matteo Salvini. I primi elementi erano già divenuti noti lo scorso anno a conclusione dell’inchiesta Alba pontina. Nei mesi scorsi hanno iniziato a collaborare due esponenti dei clan, aprendo nuovi fronti investigativi.

Particolarmente rilevanti sarebbero le dichiarazioni di Agostino Riccardo: «Abbiamo operato l’affissione dei manifesti il giorno prima delle elezioni – ha raccontato ai magistrati, dopo essere finito in carcere lo scorso anno – contravvenendo al divieto. In tal modo, il giorno dopo a Terracina e a Latina, dove avevamo il partito Noi con Salvini, le città erano tappezzate dei manifesti dei candidati che sponsorizzavamo».

Tra i politici della Lega nominati negli atti di indagine vi è il capogruppo al consiglio regionale del Lazio Orlando Angelo Tripodi. Ieri ha risposto alle accuse con una nota: «Non ho nulla da temere e tutti sono a conoscenza: la mafia mi fa schifo». Tripodi proviene dall’estrema destra e, almeno fino allo scorso anno, era iscritto al partito europeo presieduto dal leader di Forza Nuova Roberto Fiore, l’Apf. Dopo essere stato candidato sindaco a Latina per una lista civica di destra nel 2016 è entrato nella Lega, diventando consigliere regionale e capogruppo. Nel sud pontino è uno dei punti di riferimento dell’area dell’estrema destra che da tempo sta traghettando verso il partito di Salvini.

La reazione del Pd dopo le notizie sulle rivelazioni del collaboratore di giustizia Riccardo sono arrivate direttamente da Nicola Zingaretti: «Quello che accade a Latina l’ho letto dai giornali stamane. La mafia rom che fa campagna elettorale per Salvini sarebbe un fatto molto grave. Non so se sia vero, sono sicuro che le procure indagheranno». Il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd in commissione antimafia, ha sottolineao la gravità delle accuse: «Tenuto conto che si parla del partito del ministro dell’Interno, che da giorni pontifica contro le mafie e il cui movimento sarebbe sceso a patti con un pericoloso clan e di una forza politica cresciuta alimentando odio e intolleranza contro i rom e che pero’ si sarebbe servita, in campagna elettorale, dei servigi della pericolosa associazione di stampo mafioso dei Di Silvio».

Intanto la commissione parlamentare d’inchiesta sulle mafie sta avviando un approfondimento sul sud del Lazio, con un’attenzione elevata sul litorale romano: «La Commissione – ha spiegato il presidente Nicola Morra – farà la sua parte per fare chiarezza sulla situazione del comune di Anzio. Già nella precedente legislatura aveva stigmatizzato i legami tra alcuni esponenti della criminalità organizzata da tempo radicati nel comune di Anzio». Tema sul quale varrà audito a breve il ministro dell’Interno Salvini. (a.p.)