È passata una settimana, una manifestazione di quartiere e le elezioni perse in mezzo. Da ieri però il video sulla pagina ufficiale del leader della Lega in cui Matteo Salvini suona il campanello e parla al citofono di un palazzo del Pilastro a Bologna chiedendo se lì abitava uno spacciatore tunisino è stato rimosso da Facebook, dopo aver analizzato tutte le «sfaccettature». Un altro successo della campagna «Odiare ti costa» lanciata da Cathy La Torre, avvocato del ragazzo 17enne – in realtà italiano e incensurato – oggetto dell’«istigazione all’odio razziale» da parte dell’ex ministro dell’Interno. «È la prima di una lunga serie di vittorie su questa meschina pagina della nostra vita democratica», ha detto La Torre annunciando un’azione «in tutte le sedi competenti per una grave violazione della privacy, della reputazione, della dignità e della vita privata». L’azione dovrebbe essere di natura civile e non penale, perché «non è nostra intenzione far passare chi non è vittima come vittima», ha spiegato il legale.
Non si potrà invece rimuovere il consigliere leghista di Massa Filippo Frugoli. Volendosi opporre alla richiesta di un’associazione di intitolare un ponte all’ex presidente della repubblica Sandro Pertini, Frugoli – che è anche coordinatore provinciale dei giovani del Carroccio – ha definito Pertini il capo partigiano che «uccise una marea di persone accusate di essere fasciste», colui «che annunciò di essere un brigatista rosso», di «elogiare Stalin il giorno della morte» e di concedere «la grazia al partigiano Toffanin che uccise molteplici persone».
Le reazioni indignate hanno portato Frugoli ad eliminato il post su Facebook, spiegando di «essere stato frainteso: se ho scritto qualcosa di non reperibile nei dati storici mi scuso», la sua incredibile motivazione.