Lo sciopero con presidio ai cancelli dello stabilimento va avanti, si stanno per raggiungere i 50 giorni di mobilitazione. Ma un risultato le lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello l’hanno già raggiunto: la storia della “fabbrica dei marroni” e della resistenza operaia è diventata un altro simbolo del lavoro che non si arrende, di fronte a logiche imprenditoriali incomprensibili. E le produzioni di qualità e a chilometro zero dell’Ortofrutticola, in testa i prelibati marron glacé in scatola, hanno acceso l’interesse di Fabrizio Bertelli, ad del gruppo Prada.
Anticipata dal quotidiano più vicino al territorio mugellano (La Nazione) dopo un incontro fra il sindaco Tommaso Triberti e lo stesso Bertelli, la notizia è stata accolta più che positivamente a Marradi. Le voci che girano in città raccontano che Bertelli avrebbe fatto un sopralluogo dopo aver saputo che l’Ortofrutticola deteneva il 50% del mercato europeo dei marron glacé, e che per questo era stata acquistata nel 2020 dalla diretta concorrente Italcanditi, che ora vorrebbe trasferire la lavorazione a Pedrengo nel bergamasco.
Nei piani dell’amministratore delegato di Prada, un eccellente prodotto come quello realizzato grazie al celebre Marrone del Mugello Igp sarebbe perfetto per essere venduto nelle “sue” pasticcerie Marchesi e nel Bar Luce (quello della Fondazione Prada a Milano), ma anche sui mercati internazionali. Ufficialmente il gruppo ha fatto sapere che al momento non ci sarebbe nulla di concreto, puntualizzando comunque che un’azienda già presente sul territorio toscano come Prada non può non interessarsi alle opportunità che offre il mercato.
Va da sé che per la “fabbrica dei marroni” e per le sue lavoratrici l’arrivo di un nuovo proprietario sarebbe manna dal cielo. Perché le trattative tra Italcanditi da una parte, e Flai Cgil e Fai Cisl dall’altra, restano a un punto morto. “Il piano industriale presentato è rimasto invariato – hanno fatto sapere i sindacati dopo un incontro chiuso nella tarda serata di lunedì – e permangono tutte le gravi criticità già evidenziate. La prima riguarda la forte contrazione dei periodi di lavoro assegnati ai tempi determinati (quattro mesi invece degli otto abituali, ndr), tale da portare una perdita di 4.000 euro per le lavoratrici per l’anno 2022. La seconda riguarda il mancato sviluppo della linea con maggior marginalità, ovvero i marroni in sciroppo nelle latte. E la terza riguarda la mancata disponibilità ad accettare la nostra proposta di mantenere la produzione di marron glacé in scatola a Marradi, in virtù del limitatissimo tempo di sviluppo e installazione della nuova produzione di marrone in doypack, che sarebbe pronta non prima di settembre”.
Di fronte infine all’ultimatum posto da Italcanditi, che vuole arrivare a un accordo entro questo fine settimana e in caso contrario è pronta a chiudere definitivamente lo stabilimento, la risposta delle lavoratrici è stata unanime: lo sciopero e il presidio vanno avanti, a oltranza.