Era in evidenza su tutti i giornali israeliani ieri la notizia del coinvolgimento di ex agenti del servizio segreto Mossad nell’inchiesta sulle violenze sessuali su numerose attrici compiute dal produttore cinematografico americano Harvey Weinstein. È emerso, grazie alla tv Canale 2, che fu l’ex primo ministro laburista Ehud Barak a consigliare a Weinstein il nome della “società di sicurezza” israeliana incaricata di trovare il modo per diffamare e intimidire Rose McGowan e altre attrici pronte ad accusare il produttore di stupro.

È stato il The New Yorker a rivelare che Weinstein si era rivolto alla israeliana “Black Cube” e ieri Barak ha ammesso di averlo aiutato senza però sapere i suoi obiettivi. «Più di un anno fa, Weinstein mi chiese se conoscevo una società di sicurezza israeliana che avrebbe potuto aiutarlo per una questione collegata al suo lavoro, non ero consapevole dei suoi scopi», ha spiegato l’ex premier attraverso un portavoce. Un chiarimento che molti hanno trovato poco convincente. Il The New Yorker ha rivelato che gli agenti ex Mossad si sono serviti di false identità per ottenere informazioni riservate sulla vita di Rose McGowan, allo scopo di persuaderla a non denunciare Weinstein.