Forte protesta ieri a Taranto contro la norma beffa del Decreto Milleproroghe che sposta 575 milioni dalle bonifiche all’ex Ilva rimasta senza soldi. Ambientalisti e cittadini hanno fatto affligere un grande manifesto in viale Magna Grecia. Nel disegno di Leonardo Zaza campeggia una Befana cattiva che, arrivando in sella a una ciminiera fumante in luogo della tradizionale scopa, plana davanti agli occhi impauriti di un gruppo di bambini portando con sè un sacco carico di carbon coke incandescente. E cenere per coprire la vergogna. «Vergogna» è la parola forte usata dai manifestanti contro lo Stato che è entrato a far parte della compagine societaria, tramite Invitalia, accanto ad ArcelorMittal.

Ma che, secondo gli ambientalisti, non fa nulla per difendere il diritto alla vita. L’iniziativa è stata organizzata dal Comitato Cittadino Salute e Ambiente dopo la notizia dello spostamento di risorse messe a disposizione di Acciaierie d’Italia. A parlare di «scippo» o di «golpe» oggi non sono solamente cittadini e attivisti ma anche i sindacati e, in maniera bipartisan, parlamentari di maggioranza e di opposizione. Il senatore Mario Turco (vice presidente dei pentastellati ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e il deputato Giampaolo Cassese hanno annunciato la presentazione di un emendamento «che sopprima la norma in questione» definita «inammissibile oltre che inaccettabile».

La questione dello spostamento delle risorse destinate alle bonifiche non è l’unica ad aver fatto indispettire cittadini e associazioni. «Siamo sotto attacco», ha detto il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti alludendo all’iniziativa di Acciaierie d’Italia di rivolgersi «ad esperti di epidemiologia per mettere in dubbio la scientificità della Valutazione del danno sanitario. Ma noi segnaleremo tutto alla Commissione Europea».
Sulla vicenda è intervenuto anche il co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli che ha annunciato la diffida al Ministero della Salute con la quale chiede di respingere la richiesta avanzata dal Ministero della Transizione ecologica (Mite) il 23 dicembre di redazione «di un parere da parte dei consulenti di Acciaierie d’Italia avente ad oggetto la contestazione di presunti errori, da parte del tavolo regionale, nella valutazione del danno sanitario legato alla produzione ex Ilva e, in particolare, nei valori epidemiologici che hanno portato alla conclusione di elevato rischio cancerogeno».