Dicono di essere ormai pronti. Ancora qualche giorno e al Senato nascerà un nuovo gruppo parlamentare formato dagli ex M5S. «La prossima settimana sarà quella decisiva» conferma la senatrice Adele Gambaro, la prima a essere stata messa alla porta da Beppe Grillo solo per aver osato criticarlo. «Dobbiamo ancora prendere qualche decisione, stabilire le ultime adesioni, ma di certo entro luglio avremo il gruppo». Finora sono almeno 11 i senatori ex grilini che hanno accettato di far parte della nuova formazione: oltre alla Gambaro ci sono gli ultimi quattro espulsi, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino, Lorenzo Battista e Luis Alberto Orellana, ai quali potrebbero aggiungersi anche le senatrici Laura Bignami e Maria Mussini delle quali il Senato ha appena respinto le dimissioni. In aggiunta a questi ci sarebbero almeno altri quattro nomi. «Stiamo discutendo che strategia adottare nei prossimi mesi, visto che dovremo essere omogeneo nelle votazioni», prosegue la Gambaro. «Di certo non faremo da stampella al governo Renzi: restiamo un gruppo di opposizione, anche se la nostra sarà un’opposizione costruttiva».
Se qualche incertezza esiste ancora sul nome da dare al gruppo («Italia lavori in corso» è stato scartato perché adottato da alcune realtà territoriali), nessun dubbio invece sul fatto che, almeno per ora, nella nuova formazione non confluirà nessun senatore proveniente da Sel o dal Pd. Anche se, chiaramente, non mancano i contatti, come conferma Peppe De Cristofaro: «E’ chiaro che il rapporto politico c’è – ammette il senatore di Sel – ma ci sono anche molti punti sui quali resta ancora molta distanza. Certo sarebbe bello se in futuro si potesse arrivare a un gruppo comune tra noi di Sel, gli ex M5S e magari i senatori dissidenti del Pd, ma stiamo parlando di un futuro molto, molto lontano, per ora è solo fantapolitica».
Insomma il sogno di poter sostituire il Ncd di Alfano con una pattuglia formata da ex è, per l’appunto, ancora un sogno. Anche perché al momento nessuno ha voglia di votare un’eventuale fiducia a Renzi. La pensa così anche Campanella: «Ora come ora considererei un ottimo risultato se insieme riuscissimo a smorzare l’attacco che viene portato alla Costituzione – dice il senatore – Per il futuro spero invece che ci sarà una formazione in grado di rappresentare quanti oggi in Italia non si sentono rappresentati, e non parlo degli astensionisti seriali». Per quanto riguarda invece possibili arrivi dal Pd, Campanella non si fa illusioni: «Non mi aspetto uscite», dice. «Certo vorrei capire che sbocco avrà tutto il lavorio di questi giorni».