La scena è surreale. In Campidoglio, a fare anticamera in apposita sala davanti ad un monitor che trasmette i lavori del consiglio comunale, la delegazione di Baobab Experience. Non c’è spazio per la partecipazione dell’associazione che raccoglie i volontari che da mesi si occupano di organizzare l’accoglienza ai migranti in transito per Roma. Eppure in aula si parla di loro, per discutere della loro vicenda è stato convocato un consiglio comunale straordinario. La conferenza dei capogruppo col consenso di M5S, Pd e destre non ha autorizzato l’intervento dei diretti interessati.

Che rimangono in un limbo, tra l’ingresso e l’aula Giulia Cesare, mentre fuori migranti e solidali manifestano per porre all’amministrazione comunale una semplice domanda: «Dove dormiranno le decine di uomini e donne che sono stati sgomberati dieci giorni fa dal ricovero autogestito di via Cupa?».
Il consesso ha fornito qualche elemento utile a decifrare meglio i primi passi della via romana al grillismo. Solo pochi giorni fa sul blog di Grillo era comparso un testo a firma «M5S Europa» non proprio improntato all’accoglienza: si accusava Renzi di favorire gli sbarchi.

La situazione precipita anche su Roma e sull’amministrazione pentastellata. Dei 29 consiglieri grillini, nessuno ha chiesto la parola. Oltre alle opposizioni ha parlato solo la giunta. Dapprima l’assessora alle politiche sociali Laura Baldassarre. Appena insediata aveva convocato un tavolo con volontari e associazioni per gestire la vicenda. Poi lei ha alzato le mani, passando la palla al Viminale. Da qui lo sgombero. «Dobbiamo evitare le concentrazioni sul territorio», dice Baldassare. E rilancia il leitmotiv dell’equidistanza tra le richieste di accoglienza e quelle di «decoro» dei comitati di cittadini. Poi parla Virginia Raggi. Che assicura di aver seguito fin da luglio la situazione. «Ma qualcuno mi ha detto: se c’era Buzzi la risolveva subito. Adesso invece non ci sono scorciatoie», spiega la sindaca. «Forse ci vorrà un pochino più di tempo – dice Raggi – mi dispiace, me ne dolgo, ma ritengo che pure impegnandoci tutti al massimo dobbiamo metterci il tempo che serve per riuscire a dare una risposta universalmente valida».

La sindaca alla fine propone salomonicamente di «recepire come raccomandazioni» alcuni punti degli ordini del giorno presentati. Così avviene per quello del Pd e di Stefano Fassina di Sinistra Per Roma. Al termine del consiglio straordinario, risuona ancora la domanda di Andrea Costa, uno dei portavoce di Baobab: «Dunque, dove dormiranno stanotte i migranti?». Piove e fa freddo, un gelo insolito per l’«ottobrata romana», ma la risposta ieri non è arrivata.