Sei giorni di sciopero davanti allo stabilimento della Sider Alloys, il gruppo svizzero che dal 2018 è subentrato all’Alcoa, sei giorni di sit-in per avere chiarimenti sul proprio futuro: così i lavoratori del polo industriale di Portovesme replicano al mancato rinnovo di venti contratti a tempo determinato e alla messa in cassa integrazione di altri 85 lavoratori. Ma non solo. Perché dietro la decisione dei rappresentati Fiom Fsm Uilm e Cub di convocare lo sciopero, lo scorso 26 giugno, la questione è molto più ampia. Sul fronte della vertenza per il rilancio del polo industriale, infatti, è ancora tutto bloccato e la conclusone dell’accordo con l’Enel sulla fornitura energetica, vero ostacolo alla ripartenza della produzione, sembra non essere così vicina come prospettato qualche settimana fa. E la prospettiva di una rapida risoluzione della vertenza si allontana sempre di più.
«È questo il momento di agire – ha dichiarato il segretario regionale Cgil Roberto Forresu – gli ultimi venti lavoratori che hanno perso il proprio posto sono solo una parte dell’emergenza che stiamo vivendo: ci sono ancora circa quattrocento lavoratori in mobilità che vivono in una condizione economica che è al di sotto della soglia di povertà e ancora attendono una risposta». Al centro dello sciopero la necessità di intervenire per il rilancio del territorio: «Ripartire dalle prime assunzioni, dal revamping – continua Forresu – presentare il piano industriale, il rilancio occupazionale e della produzione: chiediamo questo alla politica a tutti i livelli, locale, regionale e nazionale». E proprio tutti i livelli politici sono stati interpellati dai manifestati: dopo un incontro con i ventitré sindaci del Sulcis, che hanno espresso il proprio sostegno nel sollecitare la politica regionale e nazionale a raggiungere una soluzione il prima possibile, l’assessora regionale all’Industria Anita Pili ha ricevuto un gruppo di delegati.
Un incontro, quest’ultimo, inizialmente programmato in video conferenza e poi svoltosi di persona, nel quale l’assessora Pili ha rinnovato il suo impegno nel riportare la vertenza al centro dell’agenda politica, ma oltre alla richiesta di un tavolo tecnico con il governo nazionale e l’azienda svizzera, non ha portato nessuna novità concreta. Nel frattempo lunedì l’assessora incontrerà i lavoratori in sciopero davanti ai cancelli della fabbrica di Portovesme e visiterà lo stabilimento.
Dall’altro lato la Sider Alloys, dopo giorni di silenzio e nessuna risposta alle richieste di incontro dei sindacati metalmeccanici, ha dato la propria versione con una lettera a firma dell’amministratore delegato Giusppe Mannina. «Il momento è delicato, le complesse trattative relative alla firma del contratto sull’energia sono in una fase avanzata ma non ancora conclusiva – si legge nel testo – . Nonostante questo l’azienda si impegna a informare le parti sociali su qualsiasi avanzamento verso l’obiettivo finale».