Doveva essere il giorno del piano industriale per la nuova Alcoa. Invece si è trasformata in una riunione piena di preoccupazione per il l’erogazione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori dello stabilimento di Portovesme. Nel corso del tavolo al Ministero dello sviluppo economico i rappresentanti sindacali hanno lanciato un appello a fare presto al governo. L’esecutivo ha annunciato un decreto per rifinanziare il capitolo degli ammortizzatori sociali di tutte le 16 aree di crisi complesse (che comprendono ad esempio anche gli stabilimenti ex-Lucchini di Piombino) ma secondo gli esponenti sindacali questo potrebbe portare ad un allungamento dei tempi di erogazione.
Al tavolo per il rilancio dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme, acquisito da Sider Alloys, è stato illustrato dall’azienda il piano industriale, che prevede diverse opzioni di «revamping» (riavvio) dell’impianto a partire da settembre 2018 per arrivare al «restart» nel 2019 e alla produzione a pieno regime nel 2020. La Sider Alloys dovrà scegliere un «main contractor» tra realtà come Allumium Consulting Engineers (Ace), Chinaalco, Danieli/Fata. Queste tre presenteranno un’offerta a Sider Alloys entro maggio.
Fiom delusa. I tempi per la presentazione del piano industriale infatti si allungano visto che, come emerso ieri al Mise, «solo a giugno probabilmente conosceremo la società, il main contractor, a cui sarà affidato il revamping dello smelter e che determinerà l’assunzione di soli 50 lavoratori a settembre, per arrivare ai 376 previsti entro 21 mesi», denuncia in una nota il sindacato.