Il consiglio dei ministri ha approvato la legge di bilancio con la formula «salvo intese» perché «non c’è ancora un accordo su tante cose». La pensa così Luigi Di Maio, che è tanto in disaccordo con la strategia anti-evasione messa a punto dal premier Conte e dal ministro dell’Economia Gualtieri da arrivare a chiedere la convocazione di un nuovo cdm, lunedì, per il varo definitivo della manovra. Il «capo politico» dei 5S, che non condivide l’abbassamento del tetto del contante, le multe ai commercianti che rifiutano i pagamenti con il pos senza una norma sull’abbassamento o l’azzeramento delle commissioni e la stretta sulle partite Iva, lo scrive su Facebook. Una bordata per Conte, che replica secco: «La manovra è stata approvata salvo intese, sicuramente ci sono aspetti su cui ragionare» ma per il consiglio dei ministri di lunedì «stiamo lavorando a un decreto sul terremoto». Insomma, si va direttamente in parlamento. E il Pd la pensa come il premier, che fa filtrare tutta la sua irritazione.

MA DI MAIO NON ARRETRA. Anzi, va avanti a muso duro e convoca per questa mattina, al suo ritorno dagli Usa, un vertice con i ministri pentastellati. E le solite «fonti» M5S fanno sapere che «il ministro vuole fare un punto su temi per noi prioritari e irrinunciabili, come il carcere ai grandi evasori e la confisca, visto che vediamo tentennamenti». Insomma, mettono sul piatto anche l’altra questione cara ai grillini, affrontata ieri mattina in un vertice tra Conte, il ministro della giustizia Bonafede, Michele Bordo del Pd, Piero Grasso di Leu e Giuseppe Cucca di Italia viva.
Le manette per il grandi evasori sono un campo di battaglia: «Non posso accettare che lo Stato faccia il debole con i forti e il forte con i deboli. Non possiamo pensare che il simbolo dell’evasione sia l’elettricista, l’idraulico o il tassista. Dobbiamo introdurre strumenti che blocchino la grande evasione», ripete Di Maio da New York.

NEL POMERIGGIO circola una nuova bozza del dl fiscale in cui si alza da 6 a 8 anni la reclusione per chi «al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indica in una delle dichiarazioni relative a dette imposte elementi passivi fittizi». Salta l’estensione ai reati fiscali della confisca «per sproporzione» prevista dal codice Antimafia. Per quanto riguarda il contante, limite a 2mila euro per due anni (non più uno solo) poi giù a quota mille.

MA NEL VERTICE MATTUTINO sarebbe stato concordato l’inserimento nel dl fiscale di generici riferimenti alle pene per i grandi evasori per poterci agganciare emendamenti da decidere successivamente, visto che la maggioranza sul punto resta divisa: «Nessuna intesa», chiariscono infatti i renziani. E si rimettono anche in moto le voci di un asse Renzi-Di Maio per sostituire Conte.

NEL TESTO AGGIORNATO del collegato alla manovra entra di sicuro il prestito da 350 milioni per Alitalia per la durata di sei mesi. Anche la concessione della settima proroga per presentare l’offerta sarebbe vicinissima, nonostante le smentite del ministro Patuanelli. Fs e Atlantia hanno chiesto almeno altre 8 settimane per definire l’offerta finale. Dei 900 milioni del primo prestito ponte, sul quale l’indagine della Ue è ancora in corso, sono rimasti nelle casse di Alitalia al 30 settembre solo 310 milioni.

Tra le norme inedite anche il fatto che le piattaforme marine per l’estrazione di idrocarburi pagheranno l’Imu a partire dal 2020: alle trivelle si applicherà un’aliquota fissa del 10,6 per mille che andrà in larga parte allo Stato e per il 3 per mille ai Comuni, ma su una base imponibile ridotta del 20% e sulla base dei soli valori contabili (non catastali). Gli incassi saliranno a 570 milioni (con un aumento di circa 6 milioni). I rigassificatori continueranno a pagare sulle sole aree ad uso abitativo e di servizi civili.

ARRIVA UNA RIAPERTURA dei termini di pagamento per la rottamazione-ter delle cartelle: il 30 novembre 2019 ultima data per la prima rata della definizione agevolata. Si prevede un maggior gettito tra i 21 e i 26 milioni all’anno, dal 2019. E in manovra nuove tasse sulle sigarette e la sugar tax solo sulle bevande con zuccheri aggiunti.