Dopo oltre cinque anni di “confino” negli archivi del Parlamento e dopo 1965 giorni da quando l’Associazione Luca Coscioni ha depositato le firme di supporto al testo – ormai oltre 130 mila -, ieri finalmente la Proposta di legge di iniziativa popolare «Eutanasia legale» ha iniziato il suo iter nelle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali della Camera.

Dopo l’introduzione di ieri dei due relatori, Giorgio Trizzino (del M5S, aderente all’intergruppo per la legalizzazione dell’eutanasia) della commissione Affari sociali, e Roberto Turri (Lega) della Giustizia, si proseguirà con un ciclo di audizioni (entro l’8 febbraio le richieste di convocazione), e solo dopo verrà deciso se e come eventualmente cambiare l’attuale testo base.

«Sono intervenuti quasi tutti i capogruppi, con toni molto pacati e collaborativi, perché si è deciso di non ripetere gli errori del passato, con prese di posizione squilibrate o esasperate – riferisce al manifesto la presidente della commissione Giustizia, Giulia Sarti (M5S) – Noi non vogliamo mettere alcun cappello alla legge ma arrivare, assieme a tutte le forze politiche, ad un testo il più possibile condiviso, che risponda ai bisogni dei cittadini».

Il tempo stringe, però, perché «mancano solo 8 mesi per rispondere all’ordinanza della Corte costituzionale sul caso Cappato/Dj Fabo, che ha concesso fino al 24 settembre 2019 per l’approvazione di una legge in grado di colmare il “vuoto di tutele” Costituzionale», come fa notare Marco Cappato, leader della Coscioni, che chiede ai presidenti Fico e Casellati di fare tutto il possibile per far rispettare i tempi.

Anche perché, ricorda Cappato, la legge è «attesa dal 76% degli italiani, secondo una recente indagine che abbiamo commissionato a Swg». Un dato simile a quello riportato ieri, aggiunge l’esponente radicale, «dal Gazzettino, secondo il cui Osservatorio gran parte del Veneto si è dichiarato “moltissimo” o “molto d’accordo” con l’affermazione: “Quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede”».

Non si fa pregare, il presidente della Camera Roberto Fico che con un post su Facebook si dichiara «orgoglioso» dell’avvio dell’iter: «Siamo di fronte a un compito importante per la Camera, un compito da affrontare con grande senso di responsabilità per avviare la riflessione su un argomento delicato, su cui si è registrato un ritardo normativo notevole. È un lavoro – conclude Fico – che richiederà tutta la sensibilità e la lungimiranza possibile per trovare una sintesi comune».