Per un caso del destino, mentre i morti di Lampedusa non sono ancora sepolti, l’Europarlamento ha votato ieri il dispositivo Eurosur, un rafforzamento nel Mediterraneo, nel sud Atlantico (Canarie) e nel Mar Nero di Frontex, l’agenzia guardiacoste della Ue, per favorire lo scambio di informazioni tra stati in tempo reale, la raccolta dati, l’analisi dei rischi e l’identificazione dei gruppi di migranti. Eurosur entrerà in vigore il 2 dicembre prossimo per Bulgaria, Estonia, Francia, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia, mentre gli altri paesi aderiranno a partire dal 1° dicembre 2014. Con 479 voti a favore (101 contrari e 20 astenuti), gli europarlamentari hanno approvato il testo del relatore liberale Jan Mulder, che si è felicitato per “un sistema paneuropeo di sorveglianza delle frontiere” volto sulla carta a “impedire che il Mediterraneo si trasformi in un cimitero”. Per questa ragione, il gruppo S&D parla di “passo positivo”. Non è l’opinione della sinistra della sinistra né delle organizzazioni umanitarie. Human Right Watch parla di “mani sporche della Ue” per Frontex e Eurosur. L’associazione Migreurop ricorda che da quando c’è Frontex alle frontiere europee ci sono almeno 2mila morti l’anno.

Ogni stato dovrà ora rendere operativo un centro nazionale di coordinamento per Eurosur, che funzionerà come un sistema di scambio di informazioni, sul modello di Eurojust (nel campo della giustizia) o Eurofisc (fisco). Frontex, fondata nel 2004 e in funzione dall’ottobre 2005, ha sede a Varsavia ed è dotata di 85 milioni l’anno (finanziamento in calo negli ultimi anni). Esistevano già dei sistemi di rafforzamento del sistema, come Rabit (Rapid Border Intervention Teams), che per esempio è intervenuto alla frontiera tra Grecia e Turchia in un momento di forte afflusso di immigrati. Cecilia Malmström, commissaria agli affari interni, ha ricordato che Eurosur “costerà dei soldi e gli stati devono trovare i mezzi”. A Eurosur dovrebbero essere devoluti 35 milioni di euro l’anno, di cui 19 presi dal bilancio di Frontex. Dovrebbe essere messo in opera un sistema integrato di segnalazione e di sorveglianza, attraverso le tecnologie più avanzate, dai droni ai satelliti. L’obiettivo, è evidente, è quello di impedire ai barconi di accostare in Europa. Ma l’Europarlamento, per pararsi le spalle, ha ricordato che Eurosur dovrà rispettare i principi della Ue: il non respingimento, per esempio, verso paesi a rischio, la protezione dei dati personali, la non comunicazione di questi dati ai paesi di origine dei migranti, perché potrebbero mettere in pericolo la loro vita. Per la Commissione, “in un primo tempo Eurosur deve concentrarsi sulla sicurezza interna, mettendo in relazione le autorità incaricate del controllo delle frontiere e le altre autorità che intervengono nella sicurezza in campo marino”. In seguito, questo sistema verrà esteso “a tutte le attività marine”. Di immigrazione i 28 parleranno, su richiesta di Italia e Francia, al Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre a Bruxelles.