In che termini gli attentati dell’Isis a Parigi e a Bruxelles hanno condizionato la presenza dei tifosi negli stadi francesi? Il falso allarme all’Old Trafford, dove gioca il Manchester United, per un residuo di un’esercitazione delle forze speciali per rispondere a un attacco terroristico, ci dice che il calcio potrebbe essere terreno privilegiato dell’Isis. Agli Europei che cominciano la settimana prossima in Francia, il calcio potrà rappresentare un momento ludico oppure un ulteriore terreno di scontro? Sarà un momento distensivo o espressione ulteriore delle tensioni politiche che vive l’Europa in questo momento? L’ondata xenofoba e nazionalista troverà amplificazione nel catino degli stadi francesi che ospiteranno gli Europei di calcio? Lo abbiamo chiesto a Marion Fontaine docente di Storia Contemporanea all’Università di Avignone in Francia. Le sue ricerche sono indirizzate verso la storia sociale, la politica del calcio e dello spettacolo sportivo. Tra i suoi contributi tradotti e pubblicati in Italia dalla rivista Memorie e Ricerca, compare il saggio Modernizzazione sportiva e costruzione identitaria del mondo operaio francese. Nelle settimane precedenti, Marion Fontaine è stata impegnata in un giro di conferenze in Italia, organizzate nell’ambito del programma Prospettive Critiche, quest’anno dedicato al tema «Lo sport in tutte le sue forme», promosso dall’ambasciata di Francia e dagli «Insitut Français» presenti in varie città italiane. Abbiamo incontrato Marion Fontaine a Genova, a margine di uno dei suoi incontri con il pubblico italiano.

Tra una settimana iniziano i campionati europei di calcio. Dopo gli attentati di Parigi, come si stanno preparando i francesi a questo evento sportivo?

I prossimi campionati europei si svolgeranno in condizioni particolari, si stanno mettendo in campo misure di sicurezza eccezionali, perché si ritiene che gli stadi siano obiettivi sensibili. Non dimentichiamo che negli attentati di Parigi del novembre 2015, uno degli obiettivi era lo Stade de France, ci sarà un controllo serrato degli stadi, ma anche sui tifosi. La sensazione che vivono i francesi è che queste misure eccezionali possano dare maggiore respiro allo svolgimento dei campionati europei e allentare la tensione su possibili attentati.

L’esplosione di un kamikaze nei pressi dello stadio di Parigi ha generato timori tra gli spettatori e determinato un calo di presenze nel campionato francese da poco concluso?

In realtà qualche settimana dopo gli attentati, gli effetti negativi che aveva avuto quell’esplosione si erano dissolti, la frequentazione degli stadi e dei caffè parigini era la stessa, penso che gli attentati abbiano avuto un condizionamento più sulla presenza dei turisti stranieri, che hanno paura di venire in Francia, che non sui tifosi francesi.

Com’è andata la vendita dei biglietti, i tifosi stranieri caleranno rispetto alle edizioni precedenti?

Non so con precisione quale sia il numero dei biglietti venduti, so che è piuttosto difficile trovarli, presumo che per alcune partite, come prevedibile, ci sarà il tutto esaurito.

Gruppi di ultrà francesi denunciano che le particolari misure repressive che la polizia metterà in atto durante i campionati europei, siano già state provate sulla loro pelle nel corso del campionato francese.

La politica repressiva nei confronti dei tifosi in Francia è una costante degli ultimi vent’anni. È vero che in vista degli europei questa politica repressiva è aumentata, ma vorrei anche sottolineare che il parlamento francese ha votato qualche settimana fa una legge che riconosce le organizzazione dei tifosi, in questo modo cerca di rendere possibile il dialogo tra le organizzazioni degli ultrà e le autorità sportive. Si sta attuando la politica del bastone e della carota, da una parte c’è una certa volontà di repressione e dall’altra di mantenere il dialogo con i tifosi.

Dopo gli attentati di Parigi, in Francia è aumentata la discriminazione verso i tifosi di origine extracomunitaria e in particolare verso quelli di provenienza araba?

Non ci sono molti elementi per affermare che vi sia una aumento della discriminazione verso i tifosi di origine extracomunitaria. Negli ultimi 15 anni c’è stata una politica contro i comportamenti razzisti negli stadi francesi, oggi se vi sono comportamenti razzisti è meno probabile che si manifestino negli stadi, è molto più probabile che si manifestino in altri settori della società. Infatti negli stadi francesi in questi mesi non ci sono state manifestazioni eclatanti di razzismo, come se questi luoghi rimanessero al riparo da certe tensioni.

Il pericolo che gli stadi diventino un possibile obiettivo terroristico è percepito dai francesi come reale o lo vivono come semplice propaganda dell’Isis?

La questione è abbastanza complicata, dopo gli attentati di Parigi e di Bruxelles, sembra che la cellula franco-belga dell’Isis sia stata smantellata, ovviamente per quanto riguarda gli Europei di calcio il rischio può esserci e questo preoccupa le autorità e il governo francese, ma può esserci anche per altri avvenimenti sportivi importanti come il Tour de France. Non credo che la Francia sia più in pericolo di altri paesi europei, ci sono altri luoghi simbolici, come Roma o Berlino, che potrebbero essere possibili obiettivi di attacchi terroristici. Dopo l’attentato allo Stade de France è molto più difficile far entrare armi o bombe allo stadio, sono molto controllati, il pericolo maggiore può verificarsi in occasione dello spostamento della gran massa dei tifosi che esce dallo stadio dopo una partita.

Come studiosa dello sport sociale come vive questo momento?

In Francia, come negli altri paesi europei c’è un ripiegamento nazionalista, c’è un aumento dei movimenti populisti e quelli di estrema destra, questo accade anche in Italia, in Germania, nel Regno Unito. Per quanto riguarda i campionati Europei di calcio che stanno per iniziare, ci si può chiedere, ma la risposta non è facile, se rifletteranno il ripiegamento nazionalista, se negli stadi prevarrà un clima teso oppure se si respirerà un clima più ludico e di maggiore distensione, un’occasione per l’Ue di mostrare un’altra parte di sé, rispetto a quello che ha fatto vedere nei mesi precedenti.

I movimenti nazionalisti e xenofobi rischiano di spostare le tifoserie a destra?

Sì, il rischio c’è, però è anche vero che i tifosi che erano orientati verso destra da circa una ventina di anni si sono radicalizzati, certo è possibile un loro ulteriore spostamento a destra. Come storica posso dire che è difficile prevedere le conseguenze, capire se i tifosi inaspriranno i loro comportamenti o sarà l’occasione per viversi il momento sportivo come festa.

Per quale squadra tifa?

In questo momento la squadra del Lonce, quella dei minatori, è in grave difficoltà, è retrocessa, recentemente è stata acquistata da un miliardario dell’Azerbaijan. Come abitante del nord della Francia guardo con simpatia alla squadra del Lille, adesso che vivo ad Avignone per l’insegnamento universitario, tifo Marsiglia.

Chi vincerà gli Europei di calcio?

Sui pronostici si sbaglia sempre, perciò non dico nulla.

Non tifa la Francia, non è nazionalista?

Sarà un miracolo se la nazionale francese arriverà ai quarti di finale. Non ho idea di come sia messa l’Italia.

Non al meglio

Non possiamo tifare la Grecia, che non si è qualificata agli Europei. Vincerà la Germania.