In Israele il mondo della cultura e delle scienze, o almeno una parte di esso, sembra procedere in controtendenza rispetto alla linea del governo Netanyahu. 800 personalità – come il premio Nobel Daniel Kahneman, l’ex presidente della Knesset Avraham Burg, l’ex ministro Yossi Sarid e gli scrittori Amos Oz, David Grossman e Avraham Yehoshua – una petizione che chiede ai parlamenti dei Paesi europei di riconoscere la Palestina come Stato.

È una presa di posizione che contrasta con quella dell’esecutivo di destra che ha sempre condannato il voto a favore dello Stato di Palestina già espresso da alcuni parlamenti europei.

Per il premier Netanyahu questi riconoscimenti non contribuirebbero alla pace. Non la pensano così gli 800 firmatari della petizione che si dicono sicuri che l’unica soluzione possibile al conflitto sia la nascita di uno Stato palestinese in Cisgiordania e Gaza. «Il nostro è un atto di incoraggiamento per il negoziato e per il presidente palestinese Abu Mazen, affinché continui le trattative», ha spiegato Yehoshua. Lo scrittore allo stesso tempo è stato molto chiaro quando ha detto che la petizione rappresenta anche un “no” alla creazione di uno Stato binazionale, per ebrei e palestinesi insieme. Yehoshua in passato si è ripetutamente espresso contro lo “Stato Unico”, ritenuto da non pochi l’unica strada per impedire in futuro un apartheid legalizzato, con un Israele di fatto in controllo dello Stato palestinese, indipendente sulla carta ma senza sovranità reale.

Lo scorso 2 dicembre anche il parlamento francese, dopo quelli di Gb, Spagna e Irlanda, ha votato una mozione simbolica per la Palestina come Stato. Il governo svedese invece ha fatto un riconoscimento diretto. Al parlamento italiano è stata presentata una mozione analoga, ma non è ancora noto se e quando sarà sottoposta al voto. mi. gio.