La fanfara del «tanto rumore per nulla» aveva trovato in Beppe Grillo il miglior direttore d’orchestra. «L’indignazione di un uovo in faccia», così il garante del M5s aveva liquidato la vicenda che aveva coinvolto l’atleta azzurra Daisy Osakue, torinese, figlia di genitori nigeriani, ferita a un occhio da un uovo lanciato da un’auto, in corsa a tutta velocità, nella notte tra domenica e lunedì a Moncalieri.

Ieri, il presidente del Coni Giovanni Malagò, stigmatizzando l’accaduto – «un fatto estremamente grave e da disprezzare» -, ha rivelato che la partecipazione di Osakue, che ha riportato lesioni alla cornea, agli Europei di Atletica in programma a Berlino, dal 6 agosto, «è diventata fortemente a rischio, contrariamente a quello che sembrava, perché a causa della problematica all’occhio deve utilizzare una dose importante di cortisone». Cure, dunque, a potenziale rischio doping.
Una decisione definitiva sulla partecipazione o meno all’Europeo verrà presa venerdì, quando Daisy – ha spiegato Alfio Giomi, presidente della Fidal – «sosterrà una visita medica per valutare se le condizioni cliniche e la terapia in atto siano compatibili con la sua partecipazione». La Fidal ha chiarito che «l’atleta, visitata dallo staff di oculistica dell’Asl di Torino, presenta abrasione ed edema retinico importante all’occhio sinistro post-traumatico». Venerdì mattina verrà eseguito «un controllo oculistico all’Istituto di Medicina dello Sport» di Roma.

Daisy ci spera. «Cascasse il mondo, ma a Berlino vado assolutamente», aveva dichiarato nei giorni scorsi. «Stiamo compilando tutti i moduli per dimostrare che abbiamo preso il cortisone per motivi eccezionali – ha intanto fatto sapere l’allenatrice Maria Marello -; rimaniamo positivi, non perdiamo la speranza. Daisy è una tosta e non molla».

L’atleta in un sms al sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, ha scritto di «stare meglio. Ho solo un po’ di dolore, ma è tutto okay». Rassicura gli amici che le si sono stretti attorno, nonostante il turbine mediatico, la doppia dose di antibiotici e il mal di testa che non l’abbandona.

La procura di Torino ha, per il momento aperto un fascicolo per lesioni a carico di ignoti, escludendo «l’odio razziale». L’inchiesta è coordinata dalla pm Patrizia Caputo. Secondo gli accertamenti dei carabinieri emergerebbe che nelle ultime settimane a Moncalieri i lanci di uova contro abitazioni e passanti sarebbero stati almeno cinque, compreso il ferimento di Osakue. Gli inquirenti cercano un Fiat Doblò. «L’hanno fatto apposta. Non volevano colpire me come Daisy, ma volevano colpire me come ragazza di colore», aveva sottolineato l’atleta dopo l’aggressione.

La vicenda ha raggiunto la ribalta internazionale. «I partner della coalizione in Italia litigano dopo una serie di attacchi razzisti», è il titolo di un articolo del Financial Times, che racconta dell’attacco a Daisy Osakue. Per il Ft «segnali di divisioni nella coalizione sono emersi dopo attacchi razzisti che alcuni affermano essere provocati dalla retorica anti-immigrati di Matteo Salvini». Il quotidiano economico ricorda che Salvini «ha provocato una forte reazione quando ha postato le parole “Molti nemici Molto onore”, nell’anniversario della morte di Mussolini» domenica. Quella notte Daisy Osakue «è diventata l’ultima vittima di quelli che sembrano una serie di attacchi razziali».