Nel giorno più buio dell’epidemia il soccorso arriva dalla Cina. Ieri sera a Fiumicino è atterrato un primo aereo carico di materiale sanitario inviato dalla Croce Rossa cinese: si tratta di ventilatori polmonari, materiali respiratori, elettrocardiografi, decine di migliaia di mascherine e altri dispositivi sanitari che verranno messi a disposizione del governo italiano e dei volontari impegnati nell’emergenza coronavirus. A bordo anche nove esperti tra medici e infermieri che hanno partecipato in prima linea alle operazioni di contenimento in Cina. «Non risolviamo tutto con questo cargo ma, certamente, si tratta di una risposta concreta e rapida, attivata nel giro di 48 ore», ha detto Francesco Rocca, presidente della Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e della sezione italiana. «Molto importante la presenza del team di esperti che potranno portare le loro conoscenze ai nostri sanitari, al fine di confrontarsi per un obiettivo comune: sconfiggere il virus».

LA GIORNATA di ieri è stata la più letale dall’inizio dell’epidemia di COVID-19, sia in Italia che nel mondo. 250 sono le sole vittime italiane (146 in Lombardia) e i nuovi casi sono dieci volte tanto. A livello mondiale i morti sono stati quasi quattrocento, su ottomila nuovi ammalati: nemmeno nei giorni peggiori dell’epidemia cinese erano mai stati così tanti. Queste cifre danno l’idea del carattere pandemico di questa malattia, che per molte settimane è stata considerata soprattutto un problema cinese da cui difendersi chiudendo le frontiere. Chi pensava che in Europa l’onda sarebbe arrivata più debole, come il terremoto lontano dall’epicentro, si sbagliava.

LE CIFRE RIPORTATE ieri dal commissario della Protezione Civile Angelo Borrelli raccontano le difficoltà della sanità italiana soprattutto al nord. L’immagine più vivida della giornata è forse quella dei venti elicotteri più un aereo militare decollati per trasferire trenta malati gravi dalle terapie intensive della Lombardia verso altre regioni e liberare così qualche posto letto prezioso.
Rispetto alle cifre assolute, quelle degli incrementi percentuali sono appena più confortanti. Ora i numeri (casi, malati, morti) raddoppiano ogni quattro giorni e non più ogni due-tre come un paio di settimane fa. Magra consolazione, ma è il segno che gli effetti delle ordinanze iniziano a vedersi. Nel frattempo, però, le terapie intensive sono sempre più sature.

«L’Europa è ora l’epicentro della pandemia, con più casi e morti di tutto il resto del mondo» ha sottolineato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Oms ieri è corso in aiuto lanciando un «Fondo di solidarietà per la risposta al COVID-19». Oltre ai tradizionali canali governativi, le azioni dell’Oms ora potranno essere sostenute anche dalla società civile: qualunque singolo cittadino può partecipare alla raccolta di fondi dal sito www.who.int. I finanziamenti serviranno a rifornire i Paesi più in difficoltà di respiratori e attrezzature mediche indispensabili. «Abbiamo inviato forniture di mascherine e tute protettive in 56 paesi, e in altri 28 arriveranno nei prossimi giorni» ha precisato Tedros. «Un milione e mezzo di test sono stati spediti in 120 paesi».

L’ALTRA NOTIZIA promettente viene da Napoli, dove sarà avviato un protocollo di studio controllato su 250 pazienti per verificare l’efficacia del Tocilizumab, un farmaco già in commercio per la cura dell’artrite reumatoide. Il farmaco agisce frenando l’infiammazione causata dalla risposta immunitaria al coronavirus, che spesso porta al decesso. «Abbiamo trattato dieci pazienti», spiega Vincenzo Montesarchio, l’oncologo e pneumologo che sta conducendo la sperimentazione insieme al collega Paolo Ascierto all’azienda ospedaliera «Dei Colli» di Napoli. «Il primo è migliorato al punto che da due giorni e mezzo è stato parzialmente de-anestetizzato e oggi o domani non sarà più intubato. Altri due sono stati de-anestetizzati stamattina». Per gli altri si attendono i risultati, tranne uno morto a causa di complicazioni già troppo avanzate al momento del trattamento. «Ci arrivano buone notizie anche da colleghi da Urbino, Parma, Pesaro, Roma, che stanno sperimentando lo stesso farmaco». Il protocollo di studio è stato approvato l’altroieri dall’Agenzia Italiana per il Farmaco (Aifa) e potrebbe portare risultati in pochi giorni. «Se l’esito sarà positivo, l’Aifa potrebbe allargare le linee guida ufficiali per il farmaco al trattamento del COVID-19 con un’indicazione di urgenza. In Cina per l’approvazione sono bastati 28 pazienti». A Wuhan è iniziato anche un trial clinico su 120 pazienti per verificare l’efficacia del tocilizumab rispetto ad altri trattamenti. I risultati arriveranno a fine maggio.

ANCHE A NAPOLI le terapie intensive sono al limite, racconta Montesarchio. «Gli otto posti letto del Cotugno (uno degli ospedali dell’azienda ospedaliera, ndr) ha la rianimazione satura. Abbiamo aperto altri sei posti e si sono riempiti immediatamente. Al Monaldi, un altro ospedale dell’azienda, sta aprendo un reparto più grande». Nonostante i numeri inferiori a quelli del nord, la situazione non è molto diversa. «Il nord ha settemila infetti, ma ha reparti di rianimazione più attrezzati e può contare su una rete di hospice. Al sud i casi sono molti meno, ma insistono su un numero inferiore di centri di terapia intensiva e posti letto. Quindi la situazione è la stessa».