Per i passati vertici di Banca Etruria e del Lazio sarà difficile evitare l’accusa di bancarotta più o meno fraudolenta. Con le ripercussioni politiche del caso, vista la presenza nel board dell’istituto commissariato non solo di Pier Luigi Boschi ma anche della coppia Lorenzo Rosi & Luciano Nataloni. Sodali in affari con il cerchio magico familiare dell’inquilino di palazzo Chigi.
Ieri, sulla tranche dell’inchiesta legata al conflitto di interessi, e alle omesse dichiarazioni, di Rosi e del commercialista Nataloni, i finanzieri del Nucleo di polizia valutaria di Arezzo hanno perquisito 14 società clienti di Banca Etruria, anch’essa visitata dalla Finanza. L’obiettivo è capire se alla banca convenivano certe operazioni, viste le perdite per 18 milioni registrate a posteriori. Poi se sono state rispettate le condizioni di mercato. Infine, soprattutto, se esistono relazioni fra le aziende perquisite. Già a occhio, sì.
Rispetto ai due miliardi e passa di sofferenze incagliate della Bpel, quella ventina di milioni sono goccia nel mare. “Ma ce ne sono alcune specializzate nella costruzione e la gestione degli outlet – attacca Beppe Grillo – nuova attività di Rosi con la sua ‘Egnatia Shopping Mall’”. Mentre Giovanni Donzelli, consigliere toscano di Fdi, fa fuoco a 360 gradi: “Oggi sappiamo che i soldi sono serviti per favorire Rosi e Nataloni nella realizzazione dell’outlet Città Sant’Angelo a Pescara. Adesso vogliamo sapere se Banca Etruria ha anche aiutato le società che si stanno occupando degli outlet a Reggello, Sanremo e Fasano”.
Per certo le fiamme gialle hanno perquisito Castelnuovese, Casprini Holding, Praha Invest, Gianosa Srl, Immofin, Cd Holding, Cdg Srl, Consorzio Etruria Srl, Etruria Investimenti, Td Group, Naos Srl, Città Sant’Angelo Sviluppo, Città Sant’Angelo Outlet, Gruppo Casprini. Secondo Bankitalia, Nataloni aveva nove posizioni in conflitto di interessi, fra cui Casprini Holding, Etruria Investimenti, Immofin, Td Group, Città Sant’Angelo Sviluppo e Gruppo Casprini. Mentre fra i soci della Egnatia Shoppin Mall ricordata da Grillo ci sono La Castelnuovese, coop di costruzioni perquisita di cui Rosi è stato presidente, e la Nikila Invest. Quest’ultima assai attiva: i due consiglieri di Palazzo Vecchio, Tommaso Grassi (Sinistra) e Francesco Torselli (Fdi), raccontano che per l’ex Teatro Comunale fiorentino, nella cui pregiata area sono previsti palazzi extralusso, la Cassa depositi e prestiti ha autorizzato una controllata di Nikila, Corso Italia Srl di cui Rosi anche stavolta è amministratore, a presentare il maxi progetto urbanistico al comune. Nikila Invest controlla anche il 40% della Party srl di papà Renzi, che è stato “consulente per il marketing” di Egnatia per l’outlet The Mall a Fasano, nonché per un altro outlet a Sanremo, e per il raddoppio di quello di Leccio a Reggello. A un tiro di schioppo sia da Firenze che da Rignano sull’Arno.
Nel mentre la giustizia fa il suo corso anche sul versante post liquidazione Bpel. Il commissario Giuseppe Santoni ha depositato il 28 dicembre il ricorso per lo stato di insolvenza della banca. La dichiarazione ufficiale di insolvenza sarà compito, al massimo ai primi di febbraio, del Tribunale di Arezzo, che dopo trasmetterà gli atti al procuratore Roberto Rossi, per la quasi certa apertura di un’altra inchiesta per bancarotta. Anche fraudolenta, viste le “condotte distrattive” ipotizzate fra le righe dagli ispettori di Bankitalia.
Questo filone è destinato ad allargarsi, effetto diretto delle tante operazioni dubbie rilevate da Bankitalia, e dalle sofferenze deteriorate per oltre due miliardi. Su questo attaccano Adusbef e Federconsumatori, che ricordano come un riconosciuto e rispettato fondo inglese, Anacap, avesse inutilmente proposto a Rosi, Boschi & c. di acquistare le sofferenze Bpel ad un prezzo fra il 28 ed il 32% del valore nominale. Quasi il doppio di quanto valutato dal “decreto salvabanche” del governo, che dà la colpa alla matrigna Ue. Ma i clienti spennati, che ieri hanno visto senza esito i vertici delle “new bank”, non ce l’hanno tanto con Bruxelles quanto con Roma. Un motivo ci sarà.