Da destra a sinistra, tutti i presidenti di Regione seduti ieri al tavolo della Conferenza nazionale hanno detto sì al documento tecnico messo a punto dagli assessorati alla Sanità che fissa le regole base della fecondazione eterologa, e dal quale nelle prossime settimane deriveranno le linee guida regionali. Nella consapevolezza che sono migliaia le coppie che ora – dopo dieci anni, dall’entrata in vigore della legge 40/2004 fino alla sentenza della Consulta che nell’aprile scorso ha ripristinato il diritto negato – trovano di nuovo la speranza di poter avere un figlio. E pur sapendo che un atto amministrativo non può sostituirsi certo ad una legge nazionale.

I governatori su questo punto sono d’accordo con la ministra Beatrice Lorenzin che auspica un «intervento parlamentare» a breve termine per affrontare «alcuni elementi», come «la stabilizzazione dei fondi, e l’istituzione del registro nazionale dei donatori che permetta la tracciabilità dei gameti». La titolare della Salute però, pur trovando nel testo ispirato alle linee guida toscane molti punti in comune con il decreto governativo che era stato predisposto, spera che in Parlamento si trovi la quadra per una legge “etica”, dove lo Stato si sostituisce alla relazione terapeutica evitando di lasciare «molto al buon senso dei medici», come fa invece il documento delle Regioni.

«La cosa su cui mi sono espressa in modo contrario fin da subito è quello dei book dei donatori, sul colore degli occhi, dei capelli e altre caratteristiche – ha spiegato Lorenzin – Il rischio di eugenetica c’è se si va a scegliersi il figlio come piace di più, ma questo pare essere scongiurato almeno dal testo che ho letto». Altro «nodo etico» è «quello della conoscibilità dei genitori biologici al raggiungimento del venticinquesimo anno di età».

Un punto, questo, presente nel testo arrivato alla Conferenza delle Regioni ma che i governatori hanno preferito cassare: «Abbiamo fatto un passo avanti rispetto all’assenza di regole che era molto rischiosa – spiega Luigi Marroni, l’assessore alla Salute della Toscana, regione che ha fatto da apripista – Le Regioni assicureranno registri dei donatori e anonimato ma su temi come quello della rintracciabilità del genitore biologico, dei bambini che inizieranno a nascere d’ora in poi, la sede per ricomporre tutte le sensibilità politiche è il Parlamento».

Accordo tra Regioni e ministero anche, secondo quanto riferisce il presidente della Conferenza, Sergio Chiamparino, sul riconoscere l’eterologa, come l’omologa, un servizio da offrire all’interno dei Livelli essenziali di assistenza. Dunque previo pagamento di un ticket, a condizione che, per poter essere considerata la cura di una patologia, la donna ricevente sia potenzialmente entro l’età fertile fissata a 43 anni. Un carico di (sacrosanta) spesa per il Ssn che, secondo Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, potrebbe aggirarsi sui 6,6 milioni di euro.

In Parlamento però c’è anche chi, come la deputata Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali, chiede che, aspettando di iniziare a discutere una legge nazionale che possibilmente ricalchi il testo di quella comunitaria, «nulla ritardi l’adozione di un regolamento ministeriale che recepisca l’accordo fatto all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni». Un via libera questo che, commenta Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, «rappresenta il fallimento del governo (che ha cercato di ritardare i tempi di applicazione delle tecniche) e del Parlamento nel far rispettare un dispositivo costituzionale».

E le Regioni, come dice Gallo, «si sono attivate nel miglior modo possibile» tanto che molte stanno già predisponendo le delibere per consentire l’eterologa sul proprio territorio e per garantire – come prevede in un cappello politico il documento della Conferenza nazionale – compensazioni per i ticket pagati fuori regione. Lo farà oggi stesso la Liguria e nelle prossime settimane – così hanno annunciato ieri – anche l’Emilia, l’Umbria, la Basilicata, la Puglia e perfino la Lombardia del leghista Umberto Maroni.