La Germania fa la voce grossa con gli Usa. Dopo aver scoperto l’esistenza di due agenti doppi al soldo della Cia, nel Bundestag e al ministero della Difesa, il governo tedesco ha espulso il capo della Central Intelligence Agency a Berlino: «E’ stato chiesto al rappresentante dei servizi segreti americani presso l’ambasciata degli Stati uniti di lasciare la Germania», ha dichiarato il portavoce del governo, Steffen Seibert. E il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schauble ha rincarato la dose: «Che gli Stati uniti reclutino da noi gente di terza classe, è talmente idiota. E di fronte a tanta sciocchezza, non resta che piangere», ha affermato. La cancelliera Angela Merkel si è riunita d’urgenza con il ministro dell’Interno, Thomas de Maizière (Cdu) e degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier (Spd).

Il primo 007 – un trentunenne portatore di handicap, impiegato al parlamento federale – è stato arrestato all’inizio di luglio. L’accusa è quella di aver trasmesso a Washington 218 documenti, ritenuti sensibili e confidenziali: una fonte «poco qualificata», secondo i servizi segreti tedeschi, che hanno comunque ammesso che «lavorava per gli americani». In due anni, l’impiegato avrebbe percepito dalla Cia la somma di 25.000 euro. E’ stato scoperto per aver provato a vendere tre documenti confidenziali anche al consolato russo a Monaco. L’intelligence tedesca ha intercettato la mail e ha chiesto ai colleghi nordamericani di chiedere a google informazioni sull’indirizzo mail utilizzato. La risposta, però, non è arrivata. Non solo: sono scomparse le tracce dell’indirizzo incriminato. E Berlino ha rivolto i suoi sospetti in direzione della Cia.

L’altro agente doppio al soldo della Cia, sarebbe invece un ufficiale della Bundeswebehr, che è controllata dal ministero della Difesa. Dopo le rivelazioni della stampa, il coordinatore dei servizi segreti alla Cancelleria, Dieter Fritsche, incaricato da Angela Merkel di riportare ordine nell’istituzione, ha chiesto un chiarimento al direttore della Cia John Brennan. Dalla Cina, Merkel ha espresso la sua forte «delusione», pur ribadendo la volontà di proseguire i negoziati sul Trattato transatlantico di libero commercio (Ttip). Washington ha promesso collaborazione. Nessuna decisione va però nel senso di quanto auspicato da Berlino: un accordo di non-spionaggio tra i due grandi alleati, sul modello di quello esistente con la Gran Bretagna. Lo ha precisato anche Hillary Clinton, di passaggio a Berlino per presentare il suo libro, Hard Choices, pieno di stoccate a Obama e buona legna per un’eventuale candidatura alla Casa Bianca.

«Washington non può giocare con l’amicizia fra i due paesi», ha dichiarato sabato scorso Merkel, riprendendo i toni usati durante lo scandalo Datagate. A seguito delle rivelazioni dell’ex agente Cia, Edward Snowden, attualmente rifugiato in Russia, si era saputo che l’Agenzia per la sicurezza Usa (Nsa) spiava anche il cellulare di Merkel. L’inchiesta è ancora in corso. Un arco di parlamentari tedeschi ha chiesto anche che Snowden possa recarsi a Berlino per rendere la sua testimonianza e che per proteggere le sua incolumità gli venga concesso l’asilo politico. La crisi fra gli Usa e il loro più grande partner europeo sembrava comunque sanata dopo l’incontro tra la cancelliera e Obama, il quale le aveva assicurato che per il futuro non sarebbe più stata spiata.

Snowden ha mostrato l’inestricabile intreccio di interessi che si cela dietro il vasto e pervasivo piano di intercettazioni illegali articolato dalle agenzie per la sicurezza. Questi episodi indicano che gli agenti doppi fanno evidentemente ancora la loro parte. Un meccanismo, quello del controllo reciproco, difficilmente disinnescabile nello stato di guerre economiche e guerre militari che attraversa i continenti e che determina la sostanza delle relazioni fra gli stati. «Così fan tutti», aveva detto Obama durante il Datagate, lanciando un messaggio ai propri alleati

Il libro di Frederick W. Rustmann Jr., Cia Inc., ne dà conferma dall’interno. L’autore, che ha trascorso 24 anni nei servizi segreti e ha partecipato a numerose operazioni clandestine, spiega che, anche nell’era tecnologica, occhi e orecchie in grado di riferire quel che succede nelle sfere di potere alleate risultano preziosi.

Anche se teoricamente gli Usa non possono usare le informazioni per avvantaggiare le proprie imprese, il modo si trova (come hanno indicato i documenti di Snowden). Rustmann cita il caso dello spionaggio effettuato negli anni ’90 da Volkswagen contro la Generals Motors, previo pagamento di un gruppo di suoi ingegneri. Anche dopo la caduta del Muro, le spie prosperano ancora sotto il cielo di Berlino.