È stato uno shock per tutta la popolazione della Bassa Austria investita direttamente dall’esplosione all’impianto di distribuzione del gas di Baumgarten. L’incidente è avvenuto alle 8.35 di ieri mattina lanciando fiamme gigantesche verso il cielo rimaste indomabili fino alle tre del pomeriggio. Pesante il bilancio: un morto e 22 feriti. Il calore emanato dall’impianto, dove transita il 10 per cento della domanda europea di gas naturale si è esteso in tutta la zona, provocando la fusione di automobili nei parcheggi vicini alla centrale. Un intero palazzo di alloggi protetti per disabili situato a soli 200 metri di distanza dal luogo dell’esplosione è stato evacuato: «Improvvisamente ho sentito un forte scoppio. I vetri tremavano, le tende si muovevano. Poi ho guardato fuori e ho visto fiamme alte 50 metri», ha raccontato al quotidiano Kurier Erich Muellebner che assiste gli abitanti della struttura. Non è certo gradevole trovarsi il più grande impianto di stoccaggio di gas austriaco così vicino a casa. A Baumgarten si può vedere concretamente cosa significa. «Il mio primo pensiero è stato che è caduto un aereo», ha raccontato un’altra testimone, «ho sentito un forte boato, il pavimento ha vibrato per quasi 10 minuti. Sono corsa fuori casa, tutto il paese era già lì. Poi ho visto le fiamme». Un’altra testimone ancora pensava che si trattasse di un terremoto: «Tutto è diventato arancione e rosso, poi un calore incredibile e poi ho visto le fiamme». Le nubi nere provocate dalle fiamme si sono viste anche sul cielo di Vienna, a 50 chilometri di distanza.
«L’esplosione di oggi della centrale di gas di Baumgarten dimostra: l’energia fossile non è pericolosa solo per il clima ma anche per i lavoratori e la popolazione vicina», accusa l’organizzazione austriaca «System change, not climate change», chiedendo l’uscita il più presto possibile «dalle tecnologie pericolose e dannose per il clima di cui fa parte anche il gas naturale venduto spesso come tecnologia ponte pulita». Forte la critica dell’associazione ambientalista verso il progetto Tap, la pipeline trans-adriatica che partendo dall’Azerbaigian dovrebbe approdare in Puglia: «In caso di incidenti anche là esistono pericoli massicci per le persone e per l’ambiente. Non ci devono più essere investimenti in nuove infrastrutture per l’energia fossile. Le persone e l’ambiente soffrono per gli affari sporchi di aziende come la Omv (gestore di Baumgarten, nda) di cui guadagnano solo pochi».
L’impianto di Baumgarten è stato intanto spento, un suo ripristino durerà dei giorni ha comunicato la Omv. Per l’approvvigionamento in Austria non dovrebbe creare problemi date le ampie riserve.
Ancora si sa molto poco sulle cause dell’incidente. Un guasto tecnico si diceva per tutta la giornata. Verso sera qualcosa di più si è saputo. Un contenitore di gas è stato cambiato il giorno precedente e doveva passare a pieno uso nella stazione di pompaggio dove poi è avvenuta l’esplosione uccidendo il tecnico che controllava l’operazione.