L’esercito israeliano ha annunciato che smetterà di usare proiettili contenenti fosforo bianco. «Nel giro di un anno l’artiglieria rimpiazzerà le munizioni che contengono una piccola quantità di fosforo», indica un comunicato dei comandi militari.  Tanto piccola però non deve essere se i vertici israeliani, sommersi da critiche e condanne dopo l’attacco contro Gaza di quattro anni fa, si sono decisi a sostituire l’agente chimico. Negli ultimi anni gli Stati Uniti, Israele e la Russia hanno usato bombe incendiarie al fosforo, le quali, secondo le convenzioni internazionali, possono essere utilizzate solo a scopo di illuminazione, per spaventare o per nascondere le proprie truppe in ritirata. Il fosforo bianco provoca ustioni gravissime e molto dolorose. Israele lo ha utilizzato in Libano nel 2006 e poi durante “Piombo fuso” a Gaza (2008-2009), come riscontrato dai ricercatori di Amnesty International: «Abbiamo visto strade e vicoli pieni di prove dell’uso del fosforo bianco, con alcuni grumi ancora fumanti e residui di ordigni», dichiarò Cristopher Cobb-Smith, un esperto in armi che ha fatto parte della missione di Amnesty. Fu colpita la sede dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati a Gaza City, il 15 gennaio. Sempre quel giorno, ordigni impregnati di fosforo bianco centrarono anche l’ospedale al-Quds, provocando un incendio che costrinse il personale sanitario a evacuare i pazienti. (michele giorgio)