«Sinistra e destra ognuno se le porta nel cuore, ma questi non c’entrano più con sinistra e destra». Ha gioco facile, Luigi Di Maio a polemizzare col Pd sconvolto dal caos candidature nel corso del suo secondo giorno di tour in terra emiliana. Sotto traccia però, anche tra i grillini cova malumore per la composizione delle liste. «Se sono stati fatti errori nelle parlamentarie recupereremo», aveva assicurato Beppe Grillo al Viminale, al momento di depositare il simbolo elettorale dei 5 Stelle. Ed ecco che, oltre ai moltissimi esclusi (pare si tratti di un terzo dei quindicimila candidati) arrivano i piccoli aggiustamenti dell’ultim’ora tra i candidati scelti con il voto sulla piattaforma Rousseau. Sono circa una quindicina, e hanno causato alcuni spostamenti a catena. Dopo l’esclusione anticipata dell’ex assessore Andrea Mazzillo, ad esempio, a Roma adesso fanno i conti con quella di Antonella Sassone, avvocatessa, esponente dell’area vicina a Roberto Fico, aderisce al tavolo sui diritti civili del Movimento. Il suo nome sarebbe stato cancellato dalla lista dei candidati a causa della sua adesione all’Italia dei Valori di qualche anno fa. Ma il regolamento non vieta esplicitamente l’essere stati iscritti (e finanche dirigenti locali, come Sassone) di altri partiti, tanto che molti dei nuovi candidati hanno trascorsi politici ben più ingombranti. Come Salvatore Caiata, il presidente del Potenza Calcio. Non si è sottoposto alle parlamentarie ma correrà all’uninominale in Basilicata nonostante abbia un passato abbastanza recente di dirigente del Pdl a Siena, città in cui esercita la sua attività di imprenditore nel settore immobiliare e della restaurazione. «L’area di Sassone è in fibrillazione ma sembra non avere la forza e la capacità di reagire», dice un attivista romano.

Di Maio ha incassato il sostanziale pareggio dopo il lungo tour nel nord del paese. I sondaggi non sono migliorati da quelle parti, il che fa pendere di nuovo la bilancia grillina per un accordo con la Lega all’indomani del voto. Di certo, il «candidato premier» non vuole neanche sentire parlare di ricorsi. «Facciano quello che vogliono – esclama – Noi dobbiamo andare al governo del paese e non dobbiamo temere diffide e ricorsi. Questo è il momento in cui bisogna fare le cose che aspettiamo da trenta anni. E dobbiamo farle con parlamentari che condividano i valori del M5S».

Dal comitato #Annullatetutto, che raccoglie circa 500, persone chiedono di conoscere i motivi delle esclusioni. Ma c’è una regola che sembra fungere da ombrello alle opposizioni formali: quella che dice chiaro e tondo che ogni auto-candidato accetta il «parere vincolante espresso dal capo politico e dal garante». Il comitato contesta «violazioni di norme interne e del codice civile». Sarebbe discriminante conoscere i numeri ed eventualmente verificare le graduatorie. Di Maio annuncia: la presentazione delle liste sarà lunedì mattina a Roma. In quella sede forse verranno forniti anche tabulati più precisi. Si dice che non si faranno numeri assoluti ma soltanto percentuali. Il che renderebbe meno controllabile la veridicità delle operazioni di spoglio elettronico. «Ci saranno tante sorprese – dice ancora Di Maio delle liste – Tante persone che vengono dal mondo dei professionisti dell’università».

Col contagocce dallo staff trapelano nomi. Gli ultimi: il campione olimpico di nuoto Domenico Fioravanti, il presidente nazionale dei centri di azione giuridica di Legambiente David Zanforlini, l’archeologa nota per la sua battaglia in difesa degli scavi del crotonese Margherita Corrado.