Alessandro ha 27 anni, domenica scorsa era all’ex opg occupato ‘Je so’ pazzo’ a soffrire davanti allo schermo dove trasmettevano Verona-Napoli, incassata la sconfitta torna verso casa. Alle 20 passa davanti a un pub in via Foria, a pochi metri dalla sede di Casa Pound. Tre ragazzi dalla testa rasata tra i venti e i trent’anni lo bloccano, “cos’hai da guardare” gli chiedono, Alessandro prosegue senza replicare ma dopo pochi metri viene raggiunto. All’altezza dell’Orto botanico gli saltano addosso, uno si è coperto il volto: “Mi hanno colpito con le fibbie delle cinture alla testa e al viso ripetutamente. C’erano auto e passanti in giro ma nessuno si è fermato ad aiutarmi. Poi uno degli aggressori è caduto, l’ho afferrato, gli altri due sono scappati. Alla fine è fuggito anche l’ultimo, stavano passando delle volanti della polizia”.

Solo allora un cameriere e dei ragazzini gli danno una mano, la polizia chiama l’ambulanza, all’ospedale Loreto mare gli danno sei punti alla testa e uno al labbro superiore. Gli amici, avvisati da Alessandro, non possono accompagnarlo al pronto soccorso: le forze dell’ordine li identificano e li interrogano per oltre un’ora. È la terza aggressione in un mese: era già successo al Vomero e poi ancora a via Foria, dove sui muri si legge la scritta “barrio fascista”. Episodi simili anche davanti a scuole e licei, dove la destra punta a fare proselitismo.

Ieri pomeriggio i ragazzi dei collettivi si sono riuniti all’ex opg per discutere di antifascismo e organizzare la manifestazione per il 25 aprile. Tra loro anche i ragazzi aggrediti: “Girano in gruppo, il loro motto è nel dubbio mena” spiega Alessandro. Non si tratta di episodi isolati, le ronde vengono organizzate sui social network. Seguendo i profili di attivisti di estrema destra si leggono questo tipo di post: “Per gli appartenenti del gruppo S.O.L.I.T.O stanotte venite alle 00:00 solita via…dobbiamo fare il solito giro di perlustrazione contro l’abuso di cioccolata”.

In via Foria, dove passava Alessandro, si trova La Berta: sede storica dei missini partenopei e poi cenacolo di tutti i gruppi di estrema destra fino ai “fascisti del terzo millennio”, grandi amici di Matteo Salvini che sta organizzando lo sbarco anche a Napoli in occasione delle regionali di maggio. Si tratta della sede che venne perquisita nel 2013 nell’ambito dell’inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio di una trentina di attivisti di Casa Pound per banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari: l’accusa è aver organizzato nel 2011 scontri di piazza, aggressioni di tipo squadristico nei confronti di avversari politici, aver progettato lo stupro di una ragazza ebrea. Anche allora eravamo in clima elettorale, membri del gruppo avevano provato a infilarsi nelle liste civiche pro Lettieri candidato sindaco di Napoli mentre, contemporaneamente, organizzavano azioni di piazza e ritorsioni.