La posizione della Ue sul piano «Casa Italia» (l’adeguamento antisismico a lungo termine) per ora non cambia: nonostante il premier Matteo Renzi abbia dichiarato che l’Italia è pronta a «prendere quel che ci serve», la Commissione non molla. E anzi ribadisce i suoi paletti ben precisi: «Abbiamo già risposto ieri a questa domanda», ha risposto la portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas alla richiesta di commentare le dichiarazioni di Renzi. E cioè sì alla flessibilità per le misure di ricostruzione ma «a breve termine», per cui le attuali regole Ue già prevedono la loro esclusione dal calcolo del deficit come già è stato fatto per i terremoti di Abruzzo ed Emilia Romagna.

Intanto, proprio nella giornata in cui si sono tenuti i funerali delle vittime di Amatrice, alla presenza delle più alte cariche istituzionali, è esplosa la polemica sull’annunciata nomina di Vasco Errani a commissario unico per la ricostruzione. L’ex governatore dell’Emilia Romagna piace praticamente a tutto il Pd, conquistando anche i favori della minoranza, e a Sinistra italiana, ma non risulta gradito a Forza Italia, Lega e Cinquestelle.

Matteo Salvini ha detto ieri che la Lega sarà disposta a collaborare solo se verrà tolto dal tavolo il nome di Errani, e ha proposto il prefetto Francesco Paolo Tronca (commissario del governo al Campidoglio nel dopo-Marino e prima di Raggi). Maurizio Gasparri, di Forza Italia, ha spiegato che «non si tratta del congresso del Pd: Errani è la scelta sbagliata».

Idem per i Cinquestelle, che accusano il premier di voler risolvere i problemi interni al suo partito – anche in vista del referendum costituzionale – promuovendo un esponente gradito alla minoranza: Nicola Morra ieri ha accusato Errani di «responsabilità politiche, non penali, sulla penetrazione della ’ndrangheta nella ricostruzione in Emilia». Affermazioni pesanti, che hanno provocato la protesta del Pd. Per Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre (entrambi di Sinistra italiana), Errani «è adatto, perché onesto e competente».

Entro questa settimana un consiglio dei ministri dovrebbe nominare il commissario, e insieme chiarire alcune voci della prossima legge di Stabilità, soprattutto alla luce delle nuove spese da affrontare nel dopo terremoto. In ogni caso la manovra dovrà essere presentata a Bruxelles entro metà ottobre.

Si comincia a delineare intanto il profilo di «Casa Italia», la cui fortuna, al di là degli annunci, è legata ovviamente alle risorse disponibili. Il cuore del piano di adeguamento antisismico – «a lungo termine, anche su due generazioni», aveva detto Renzi citando l’architetto Renzo Piano – dovrebbe essere connesso alla stabilizzazione degli incentivi fiscali (al 65%) per almeno 10 o più anni, e per un costo di circa 2 miliardi di euro annui.

A questo intervento si affiancherebbero quelli già previsti (e finora poco attuati) dal governo Renzi, come il piano di adeguamento delle scuole (4 miliardi complessivi, spalmati su diversi anni) e contro il dissesto idrogeologico (1,3 miliardi fino al 2020). I Cinquestelle hanno già contestato che ad esempio i cantieri contro il rischio frane e alluvioni vanno molto a rilento – alcuni non sono stati neanche aperti – e che sì e no solo la metà della somma annunciata ha avuto un qualche tipo di avvio.

Infine, sempre all’interno di «Casa Italia», sono confluite le misure già avviate in precedenza per il risanamento delle periferie, per le case popolari e per la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e ferroviarie.

Il problema è capire come (e soprattutto se) queste risorse potranno essere scorporate dal deficit, ma appunto su questo nodo per ora c’è un no piuttosto netto da parte dell’Europa.

La Regione Lazio, per decreto, ha varato due misure: stop al ticket sanitario e al pagamento di asili nido e Rsa per i terremotati di Amatrice e Accumoli. Nel contempo ha dato il via a due strutture sociosanitarie insieme alla Protezione civile. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, dal canto loro, hanno attivato un Fondo di solidarietà comune che durerà fino al 31 gennaio 2017.