Gli scontri a fuoco non si fermano nel capoluogo del Kurdistan. I funerali di Aytac Baran, leader dell’associazione islamica degli Hezbollah kurdi Huda Par, si sono trasformati in un braccio di ferro tra i gruppi kurdi. Molti attivisti del gruppo hanno mostrato durante il corteo funebre i kalashnikov che hanno in dotazione in segno di forza. Tre sono stati i morti nella sparatoria dello scorso martedì dopo la rappresaglia degli Hezbollah contro un caffé frequentato da attivisti vicini al partito democratico del Popolo (Hdp), la sinistra filo-kurda, vicina al partito di Ocalan, che ha sorprendentemente superato lo sbarramento del 10%, costruito proprio su misura per tenere fuori dal parlamento i partiti kurdi.

Grazie al sostegno dei capi villaggio anche le tribù kurde hanno abbandonato il tradizionale sostegno assicurato agli islamisti moderati di Recep Tayyip Erdogan per abbracciare la cuasa di Hdp. Il leader carismatico del partito Salahettin Demirtas, il cui fratello continua a combattere con la guerriglia kurda a Sinjar, ha lasciato poche speranze alla formazione di una coalizione Akp-Hdp. «Possiamo allearci con tutti ma non con Erdogan», ha tagliato corto ieri Demirtas.

12ultima erdogan
Recep Tayyip Erdogan

Il voto ha prodotto un’instabilità politica che provoca non pochi grattacapi al presidente turco che ha dovuto rinunciare ai suoi progetti di estensione dei poteri presidenziali e non riesce a formare un nuovo governo. «Subito il nuovo esecutivo», ha tuonato Erdogan.

Il leader di Akp ha anche aperto alla formazione di un governo di coalizione. «Un singolo partito non può formare il governo», ha ammesso dopo giorni in cui il presidente non aveva commentato i risultati elettorali. Al premier Ahmet Davutoglu mancano 17 parlamentari per la formazione del nuovo governo. E le pensa tutte per raccogliere nuovi parlamentari. Ieri un candidato di Sanliurfa di Hdp è stato sostituito dal candidato locale di Akp.

Nuove rivelazioni sono arrivate dal quotidiano turco Cumhuriyet sul coinvolgimento dei servizi segreti turchi (Mit) al fianco dei miliziani jihadisti (Isis) in Siria. Il nove gennaio 2014 due autobus scortati dagli agenti del Mit sono andati a prelevare 72 miliziani del gruppo armato jihadista nel campo di Atme in Siria e hanno accompagnato i jihadisti fino alla cittadina di confine di Tel Abyad, dove continuano i combattimenti tra milizie kurde Ypg e jihadisti. Restano 20 chilometri da riconquistare per la liberazione del cantone di Kobane.