La strategia della Turchia in Iraq fa il paio con quella in Siria. Ieri il presidente Erdogan ha annunciato l’espansione dell’operazione di terra, inaugurata unilateralmente nel nord della Siria ad agosto, in chiave anti-kurda: le truppe turche insieme ad unità dell’Esercito Libero Siriano si dirigeranno, ha detto, verso al-Bab (città in mano all’Isis a 40 km a nord di Aleppo, strategico passaggio dal confine turco alla città in guerra), Manbij (liberata dai kurdi quest’estate) e Raqqa, la “capitale” dell’Isis.

Dietro sta il tentativo di creare una zona cuscinetto lungo il confine, sempre negata dagli alleati della Nato e che Ankara ha deciso di prendersi da sola: in due mesi i circa 2mila “ribelli” siriani sotto la Turchia hanno assunto il controllo di 1.270 km quadrati.