«La più grande operazione della storia contro il Pkk». Con toni messianici ieri il presidente Erdogan ha suggellato una campagna che è realtà dal luglio 2015: il sud est del paese, a maggioranza kurda, è sotto attacco.

Ai raid sulle città, alla distruzione dei centri e della vita di milioni di persone, ora si aggiunge la mannaia sui dipendenti pubblici: come fatto in precedenza con il movimento Hizmet dell’imam Gülen, accusato del fallito golpe, ieri Ankara ha sospeso 11.285 insegnanti per presunti link con il Pkk.

«La rimozione dei dipendenti pubblici collegati al gruppo è un elemento chiave della lotta», ha aggiunto Erdogan. «Gli individui in questione sono temporaneamente sospesi in attesa delle indagini», dice una fonte governativa anonima, mentre il premier Yildirim alza l’asticella: sarebbero 14mila gli insegnanti nel mirino. Sarebbero stati sospesi anche due amministratori locali dell’Hdp, l’opposizione di sinistra pro-kurda.