Gli inglesi Erasure nascono dall’incontro tra due artisti le cui personalità non potrebbero essere più diverse. Il primo, Vince Clarke, mago dell’elettronica e prolifico songwriter, è la «mente» dei primi Depeche Mode, che abbandona per motivi mai chiariti prima che esca l’album di esordio, quindi l’ideatore del fortunato duo synthpop degli Yazoo. Il secondo, Andy Bell, scelto da Clarke come vocalist, è invece un giovane dal carattere strabordante. Gay dichiarato quando pochi artisti lo sono all’epoca, veicola in direzioni inattese la creatività di Clarke, finendo per avere con lo schivo musicista un forte legame umano. Se il primo album Wonderland (’86) è ancora troppo legato al sound degli Yazoo, i successivi The Circus (’87) e The Innocents (’88, con l’incredibile gospel Hallowed Ground), grazie all’approccio più hi-energy di Clarke, e alla rivelazione definitiva dello scatenato falsetto di Bell, aprono loro le porte del successo mondiale.

I BRANI, con qualche parentesi di tema sociopolitico, parlano di amore nelle sue sfumature più enfatiche o romantiche. Le liriche, banali (ma in quanto banali, a loro modo universali), si accendono grazie al canto teatrale di Bell e al sapiente uso di synth e chitarra da parte di Clarke. Andy Bell è l’erede di Marc Almond e Jimmy Somerville, ma a differenza loro è incapace di addentrarsi nei morbosi meandri psichici delle emozioni. Anche quando i testi si fanno malinconici, il cantante non riesce a non evocare una dolcezza e sovente un’estasi apparentemente senza fine. È Wild! (’89) a rappresentare la svolta verso canzoni più liriche, con un arrangiamento maggiormente elaborato. I suoni elettronici acquisiscono talora una delicatezza e un’evanescenza che d’ora in poi saranno uno dei marchi di fabbrica del duo.

CHORUS (’91) è volutamente suonato con strumenti «arretrati», per tornare a un sound più scarno ma, sottotraccia, non meno sofisticato. L’album è un po’ il Violator degli Erasure, in quanto gode di un equilibrio d’insieme che i due non ritroveranno più. Dopo il successivo I Say I Say I Say, il duo si aprirà a maggiori sperimentazioni e contaminazioni, con risultati alterni, fino ai nostri giorni.
A seguito dell’elegantissima deluxe edition di Wild!, la Mute ha licenziato quella altrettanto lussuosa di Chorus, con un cd aggiuntivo di B-side, remix e rarità e un altro contenente un live dall’ottima resa.