Milioni di italiani sono indebitati fino al collo con lo stato. I dati ferragostani resi pubblici ieri da Equitalia non fanno che fotografare una triste realtà che di solito si materializza un giorno qualsiasi nella cassetta delle lettere. Un pezzo di carta che ti cambia la vita. In peggio. Magari per anni. Basta una manciata di multe per divieto di sosta per buttare all’aria i conti già all’osso di una famiglia. Non resta che rateizzare, ovvero chiedere il permesso a Equitalia di indebitarsi per decine e decine di mensilità (fino a 72 o addirittura 120 rate) per onorare quanto dovuto, con l’aggiunta di more, interessi e balzelli vari. Le chiamano tasse, e a volte lo sono, ma in molti casi queste sono vere e proprie gabelle che colpiscono chi ha di meno e non tengono conto di alcun criterio di proporzionalità rispetto al reddito.

Ecco i numeri. Solo a luglio sono state registrare 156 mila richieste di rateizzazione, il doppio di quanto avvenuto nei primi sei mesi dell’anno. In tutto sono aperte 2,4 milioni di pratiche di rateizzazione. Gli italiani che sono dovuti ricorrere alle rate sono un milione e 850 mila. I più rateizzati sono i lombardi (384 mila per un debito totale di 5,5 miliardi di euro). Al secondo posto il Lazio seguito da Campania e Toscana. Ma sono i dati che riguardano la composizione sociale dei debitori che dicono chiaramente chi è più colpito da questo sistema. Il 76,9% delle rateizzazioni riguarda persone fisiche, solo il 23,1% è a carico di società e partite Iva. Il 70,8% delle pratiche rateizza debiti fino a 5 mila euro, il 26,2% tra 5 mila e 50 mila euro e il 2,9% oltre 50 mila euro. Come è evidente non si tratta di una strumento che permette di recuperare risorse aggredendo la grande evasione fiscale, ma piuttosto di fare grandi numeri senza rimettere alcun debito anche a chi non ha più nulla da dare. Chi riceve una cartella esattoriale e può, infatti, la paga subito nella consepevolezza che l’alternativa è pagare ancora di più dopo. Chi invece ricorre alle rate lo fa solo perchè è con le spalle al muro e non ha altra scelta. Spesso “l’agevolazione” concessa da Equitalia permette solo di rimandare per qualche tempo il problema ma non di risolverlo. Infatti in molti casi anche le rate finiscono per non venire onorate. Solo recentemente i ritardi concessi nei pagamenti sono stati allungati da due a otto mesi. Se però si supera quella soglia tutta la rateizzazione viene annullata e il malcapitato debitore si ritrova di nuovo nella posizione di dovere pagare tutto e subito, evidentemente, senza avere la possibilità di farlo.

Al comunicato estivo di Equitalia rispondono le associazioni di consumatori e imprese che all’unanimità parlano dell’ennesima conferma della crisi e propongono le solite due ricette. Unimpresa, Confcommercio e Codacons chiedono di ridurre la pressione fiscale. Federconsumatori e Adusbef vorrebbero aumentare la domanda dando i mitici 80 euro anche a pensionati e incapienti. Ma fanno anche altri conti: il credito al consumo è sceso del 5%, il Pil è calato dello 0,2, solo il 31% degli italiani si è concesso le vacanze e sono andate malissimo anche le prenotazioni nei ristoranti per Ferragosto. Equitalia però tranquillizza tutti: dal 2015 allegherà i piani di rateizzazione precompilati direttamente nella cartella esattoriale. Più rate per tutti.