Caro Guglielmo,

scriviamo a te, che sei stato segretario generale della Cgil e che sei parlamentare alla Camera di deputati, dove a breve discuterete del Jobs Act, provvedimento su cui il governo ha chiesto (e ottenuto) addirittura la fiducia in Senato.

Scriviamo a te, perché siamo convinti che tu sappia benissimo, visto che conosci bene i luoghi di lavoro per il tuo ruolo e la tua lunga militanza nel sindacato, la portata totalmente dannosa di quel provvedimento per i diritti dei lavoratori; diritti per cui abbiamo combattuto insieme per tanti anni.

Tu sai benissimo cosa significa l’abolizione nei fatti di quello che rimane dell’articolo 18, già profondamente depotenziato dalla riforma Fornero, cosa significa la liberalizzazione del demansionamento e la possibilità di controllare da remoto i lavoratori.

E solo per dire tre dei molteplici interventi presenti nel Jobs Act, che si pone evidentemente l’obbiettivo di un definitivo smantellamento dello Statuto dei lavoratori. Il tutto, tra l’altro, in un momento di crisi, casse integrazioni e licenziamenti, senza nessun miglioramento sul fronte della lotta alla precarietà e alla disoccupazione, ben diversamente da quanto più volte dichiarato dal presidente del consiglio, nonché attuale segretario del partito nel quale militi.

Insomma, Guglielmo, non stiamo a spiegarti cose che sai fin troppo bene, ma vogliamo con questa lettera chiederti di batterti in Parlamento, coinvolgendo quanti più deputati possibili in questa lotta, al fine di modificare radicalmente il provvedimento così come uscito dalla fiducia in Senato. Una modifica radicale che parta dallo Statuto dei lavoratori e lo preservi, senza provare a cancellarlo, anzi, magari estendendolo a coloro i quali non viene applicato.

Poi, una modifica che valorizzi le proposte della Cgil e della Fiom su: mercato del lavoro, investimenti straordinari, pensioni, legalità, ammortizzatori sociali, rappresentanza e lotta alla precarietà. Proposte che, come sai bene, sono il frutto di anni di discussioni e iniziative che abbiamo fatto insieme a te, fianco a fianco, e che tu, come molti altri tuoi compagni di partito e parlamentari avete condiviso nei dibattiti pubblici.

Proposte che possono dare delle risposte serie e non demagogiche ai problemi devastanti dei lavoratori italiani: dai licenziamenti, alle casse integrazioni, ai contratti separati, alle deroghe contrattuali, alla disoccupazione, agli esodati, al taglio delle pensioni, alla precarietà, e, insomma, alla drammatica situazione del mondo del lavoro nel nostro paese. Il Jobs Act, così come illustrato dal presidente del consiglio, non risolverà un solo problema di questi ai lavoratori, ma non farà nulla di meglio neanche per i disoccupati, anzi peggiorerà moltissimo le loro condizioni e i loro diritti.

Se poi il governo, come in Senato, deciderà di non modificare radicalmente i suoi propositi, procederà con la cancellazione dell’articolo 18 e sugli altri temi andrà avanti come dichiarato, allora Guglielmo, ti chiediamo già da ora di ufficializzare una tua presa di posizione pubblica di totale opposizione a questa scelta: ovvero, il voto contrario alla fiducia al governo nel caso decida di metterla, come ha fatto in Senato, su un provvedimento che sfregia la dignità e toglie diritti ai lavoratori, che per anni tu hai rappresentato.

In Senato il provvedimento è passato ottenendo una maggioranza assai risicata (solo 5 voti più del necessario): se tu insieme ad altri deputati dimostrerete maggiore coerenza e decisione rispetto a molti vostri colleghi senatori, siamo sicuri che un provvedimento così dannoso per i lavoratori non potrà passare. Questa tua posizione, tra l’altro, rispetterebbe in pieno il mandato elettorale tuo e di altri parlamentari eletti nelle file del tuo partito, dal momento che i vostri elettori vi hanno votato su un programma radicalmente differente su questi temi rispetto a quello su cui il governo sta procedendo.

Infine, Guglielmo, sai bene che anche noi, delegati e militanti della Fiom e della Cgil, vogliamo cambiare questo Paese. È da anni che ci proviamo con iniziative, contratti, trattative, lotte, scioperi e manifestazioni, e l’abbiamo fatto insieme. Anche noi vediamo tante cose che non funzionano e che potrebbero andare diversamente nel mondo del lavoro.
Noi, però, vogliamo cambiarlo non contro i lavoratori o i disoccupati, peggiorandone le condizioni, cancellando i diritti che abbiamo conquistato e difeso in anni di lotte, come sta facendo il governo, ma partendo dai diritti che abbiamo conquistato in questi anni, per consolidarli ed estenderli a tutti.

Anche noi vogliamo cambiare questa Paese, ma unendo e non dividendo le persone, mettendole le une contro le altre.

Ancora una volta Guglielmo, ti chiediamo di stare dalla parte giusta: quella dei lavoratori.