Sarebbe piaciuta a Guglielmo Epifani la lettera aperta che le operaie e gli operai della Whirlpool di Napoli gli hanno idealmente inviato, nel giorno dell’ultimo saluto all’ex segretario generale della Cgil: «l 27 maggio i lavoratori della Whirlpool erano a Roma per l’ennesima manifestazione di sostegno alla vertenza – hanno scritto le tute blu – e anche per dare voce alle necessità dei lavoratori e del lavoro in generale, quali la necessità di prolungare il blocco dei licenziamenti».

«Alla manifestazione hanno partecipato anche figure politiche- si legge ancor nella lettera- . Tra questi, nella sua ultima uscita, c’era Guglielmo Epifani. E il suo intervento, lucido e spietato, ha rappresentato al meglio il nostro stato d’animo, il senso della nostra lotta e l’importanza della nostra resistenza, in un quadro più generale, per la difesa dei diritti dei lavoratori e della salvaguardia delle regole sociali. Porteremo con noi nelle piazze, sulle strade e dentro i palazzi, sempre, il tuo spirito combattivo e la tua dedizione alla difesa dei diritti del lavoro. Grazie Guglielmo».

PER L’ADDIO A EPIFANI si riempiono due metaforici teatri. Quello della chiesa di San Roberto Bellarmino ai Parioli per la funzione religiosa, e quello del piazzale antistante la Casa del Cinema a Villa Borghese per la commemorazione laica, aperta e chiusa dalle note di Bella Ciao.

Qui Maurizio Landini, di fronte a centinaia di persone e tante bandiere della Cgil, scandisce: «Salutiamo l’amico e compagno Guglielmo Epifani: un filosofo, un sindacalista della Cgil, un socialista, un uomo di sinistra. La sua scelta di vita fu quella di rappresentare i lavoratori. Si laureò in filosofia con una tesi su Anna Kuliscioff. Dal 2002 al 2010 fu il segretario generale della Cgil: ha dato lustro non solo a sé ma a tutta l’organizzazione».

Anche la moglie Giusy e il fratello Gianfranco restano colpiti da una partecipazione non di maniera, mentre l’attuale segretario generale della Confederazione va avanti, senza dimenticare che, da uscente, Epifani aveva lasciato il testimone a Susanna Camusso, la prima donna alla guida della Cgil.

POI LANDINI PARAFRASA Gianni Agnelli: «Dove ci sono gli interessi dei lavoratori, ci sono gli interessi del Paese. Epifani fece uno sciopero generale contro il governo Berlusconi, organizzò la manifestazione contro la guerra in Iraq, fondò nel 2006 con Scalfaro il Comitato per salvare la Costituzione. La crisi del 2008 nasce proprio perché si volle esaltare la finanza e svalorizzare il lavoro. E la sua battaglia è ancora attuale: la Costituzione non si cancella ma si applica. E chi vuole abbassare i diritti, favorisce in realtà la rendita finanziaria e immobiliare».

«NON È UN CASO – conclude Landini – che Epifani abbia pronunciato il suo ultimo intervento in Parlamento il 20 maggio, la data di approvazione dello Statuto dei Lavoratori. Fino all’ultimo ha voluto onorare i suoi ideali, senza dire nulla della sua malattia. Grazie Guglielmo, le tue idee continueranno a camminare con noi».

LO STESSO CONCETTO – «Faremo ogni sforzo per tenere viva la tua lezione» – è ripetuto dal ministro Roberto Speranza, che sottolinea: «Riteneva il divario tra nord e sud la più clamorosa e inaccettabile delle disuguaglianze». Mentre Susanna Camusso piange la perdita di un amico: «Vorrei ricordarlo con la frase che mi ripeteva sempre: la Cgil è una grande organizzazione, complessa, e deve avere la sua agenda, senza verrebbe trascinata dagli eventi. Ho cercato di ricordarlo ogni giorno e continuerò a ricordarlo».

Fra la Chiesa e la Casa del Cinema c’è un gran pezzo di sinistra (Bersani, Cofferati, Fassina, Bertinotti), c’è l’intero Pd con in testa Enrico Letta, ci sono anche Pierferdinando Casini e Maria Elena Boschi. A rappresentare le istituzioni, accanto ai familiari, il presidente di Montecitorio, Roberto Fico, e fra le tante c’è la corona di fiori inviata da Sergio Mattarella.

«Aveva a cuore l’unità del mondo del lavoro e delle sue rappresentanze sindacali – chiude Giacinto Botti di Lavoro Società – ma fu capace di condurre la Cgil in battaglie sindacali in solitudine ma non da sola, contro le scelte del governo Berlusconi, in difesa dell’articolo 18, e schierando la Cgil a difesa della Costituzione nel referendum, vinto, del 2006».